E' noto l'adagio partenopeo che recita: "Il peggio non è mai morto", come dire che il fondo non si tocca mai, che c'è sempre da temere qualcosa di peggio. Ma di vedere a braccetto, unita nel sacro dell'oscurantismo, la coppia Rurù (Ruini - Rutelli) non ce la saremmo davvero aspettata. Credevamo che quel carciofone narcisista avesse toccato il fondo dando sfogo alle sedimentate frustrazioni da trombatura con il suo sgangherato attacco alla leadership di Romano Prodi, non bastava, pure questo ci dovevamo sciroppare. L'ex-radicale che dava a noi retrogradi comunisti lezioni sulla laicità, che bollava con pannelliane parole di fuoco i consociativismi catto-comunisti, ha dichiarato l'astensione sui referendum, si è sdraiato a pelle d'orso pronto a farsi calpestare dalle rosse babucce dei principi della Chiesa. Ci rivien che ridere (così come la settimana scorsa) a pensare alla granitica certezza dei nostri compagni riformisti che premevano per farci un bel partito unico entro ieri con simili elementi. Ma non sembra loro che di tonti ce n'abbiamo già a sufficienza in casa? Occorre pure andarseli a cercare?