Il Vescovo Monsignor Santucci ha ringraziato la città di Portoferraio, e i volontari dell’Associazione “Dialogo” per il piccolo grande contributo di solidarietà e civiltà nei confronti di chi è detenuto in carcere e dei familiari che devono sopportare solitudini e distanze difficili. E’ stato un gesto simbolico a due mani, quello del Sindaco Ageno e del Vescovo, a tagliare il nastro azzurro della nuova Casa d’Accoglienza, in Via Bechi nel centro storico di Portoferraio. Intorno, i volontari che per anni hanno lavorato perché questo progetto venisse finalmente realizzato. Oggi grazie alla Caritas Diocesana di Massa Marittima e Piombino che ha inserito la Casa di accoglienza nelle opere dell’anno giubilare del 2000, all’Elba c’è una struttura pensata per ospitare famiglie che vengono a fare visita ai loro parenti nelle mura di un carcere che riserva lunghissimi periodi di detenzione, ed anche in grado di accogliere i detenuti in permesso-premio. Visibilmente soddisfatta la Presidente della Associazione, la Prof.ssa Licia Baldi che, con l’aria un po’ confusa per la notte in bianco passata ad attendere la nascita del terzo nipotino, ha ripercorso la storia della Associazione dai primi anni della sua attività. “A volte ci perdiamo un po’, ci demoralizziamo, ci sembra che quello che facciamo non serva a niente. Poi ci accorgiamo che abbiamo dentro un grande entusiasmo che non si esaurisce mai. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa concreta opera di solidarietà.” Monsignor Santucci, al termine della benedizione, ha ringraziato per la carità cristiana attraverso la quale si compie la fede in Dio, ma ha anche messo in rilievo la maturità di una società civile che si apre all’altro in termini di pacifica convivenza. “Dobbiamo pensare – ha detto – che per una persona che ha sbagliato e che paga con il carcere ci sono genitori, fratelli, figli, che pagano fuori con la sofferenza della solitudine e della diffidenza degli altri. Portoferraio è una città che sta diventando un crocevia importante di scambi, di lavoro, di persone. Oggi ha fatto ancora un piccolo passo in avanti. Mi auguro che nel futuro possano essere realizzate altre strutture del genere.” Anche il Sindaco Ageno ha espresso parole di sincero apprezzamento, mentre il Direttore della Casa di Reclusione di Porto Azzurro, Pierpaolo D’Andria, ha brevemente illustrato la difficile situazione delle carceri italiane che si trovano di fronte a tagli finanziari, e che d’altra parte devono fare i conti con una popolazione carceraria che cambia, dove aumentano le presenze dei giovani e degli stranieri, e che per questo anche all’esterno si creano nuove esigenze di accoglienza. Dopo la soddisfazione e la commozione, la breve visita ai locali, ambienti resi accoglienti dal lavoro di mani diverse, dai quadri e le tende che riscaldano le pareti, dall’arredamento semplice che parla di “casa” a chi è da troppo tempo rassegnato ad una cella.
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