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Un risultato preoccupante dalle urne francesi e olandesi - Europa meno vicina

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 04 giugno 2005

Gentilissimo direttore, sono triste e amareggiato per i risultati dei due referendum in Europa. In Francia prima e in Olanda poi si è votato per la Costituzione Europea: si raccolgono i frutti di quanto si è seminato e si continua a seminare. Il NO è prevalso. Il risultato negativo non ha distrutto l’Unione Europea ma è necessario che i popoli, governi e le istituzioni europee facciano molta attenzione alla situazione che si è creata, attivandosi subito per gli opportuni provvedimenti. Sono un europeista convinto, sia per motivazioni ideali sia perché consapevole che nell’età moderna la maggior parte dei problemi nazionali hanno connessioni internazionali e quindi c’è necessità di una entità territoriale più ampia e articolata, con una grande unità e forza, capace di dare qualità diffusa alla vita e risposte efficienti di fronte ai moderni problemi mondiali. In questi giorni si parla del problema dei prodotti cinesi. Quali soluzioni, come e quando? Nel mio piccolo, sia nei rapporti con amici e conoscenti che con i miei scritti, porto avanti queste idee. Avendo vissuto in molti Paesi europei ed extra europei come pure lavorando per molti anni con una multinazionale statunitense, fianco a fianco con americani, tedeschi, olandesi, inglesi, cinesi e giapponesi, ho maturato determinate convinzioni sicuro che solo un’Europa Unita ci può dare un futuro più florido e sereno. Credo che molti cittadini europei, sia visti nel loro insieme che considerati nazione per nazione, non siano sufficientemente consapevoli dell’importanza dell’Europa unita come entità politica. Indubbiamente talune nazioni per motivi culturali e di fronte alle tragedie del passato per guerre fra nazioni europee, si sentono più portate ad apprezzare l’unione dei popoli europei ed accettare regole per la pacifica convivenza. Altre facendo prevalere gli egoismi di parte, si trovano di fronte a maggiori difficoltà. L’idea dell’Europa passa poi a livello elitario mentre a livello di base, dei singoli cittadini, dall’alto vi è carenza di attenzione. La classe politica dirigente di ogni paese dell’unione e soprattutto quella europea deve essere cosciente di questo per riprendere, secondo semplici linee di programma e iniziative innovative, il processo evolutivo verso la nuova realtà. In Europa si è fatto ben poco per far capire la bellezza di essere europei come pure la forza dell’idea europea con tutti i vantaggi che ne seguono. Sicuramente il processo di istituzione dell’Europa Unita è in atto, con determinate forme e enunciazione di valori. Indubbiamente vi è stata carenza di partecipazione dei popoli europei nella costruzione della nuova realtà. Spesso l’Europa politica, anche se sentita, non è vissuta profondamente fra i popoli e nelle varie nazioni per mancanza di iniziative popolari europee e per un certo distacco dei giovani. Per il momento si è riusciti a non dare sviluppo con grosse difficoltà nella soluzione dei problemi. I grandi padri dell’Europa, De Gasperi e Adenauer principalmente, pensavano soprattutto ad un’Europa dei popoli dove la soluzione delle problematiche economico-finanziarie, sociali ed etiche si sarebbero integrate con l’affermazione del diritto nella sicurezza e la diffusione del benessere. La globalizzazione del mercato e il terrorismo in fase di espansione impongono nuove architetture politico-istituzionali con forti contenuti di valori e nuove scelte strategiche. Di questo ne sono profondamente consapevole e credo che molti in Europa lo capiscano o lo intuiscano. Nell’ultimo decennio molti dei Paesi più industrializzati stanno vivendo delle crisi più o meno latenti. I problemi economico-sociali ed etico-morali stanno intaccando le coscienze e cominciano a nascere sentimenti di disapprovazione se non di contestazione. Inizialmente c’erano dei malumori ma oggi comincia ad affiorare la sfiducia verso i governanti che poi si riflette sulle istituzione centrali europee. Molte colpe della situazione economico-sociale viene addebitata all’Europa Unita accusata di troppa burocrazia, efficientismo, particolarismi ed EURO troppo forte senza grandi idee di sviluppo nella sicurezza. Questa convinzione è più radicata nelle coscienze dei male informati e dei poco educati alla nuova realtà. Sostanzialmente l’Europa Unita non è vissuta giorno dopo giorno ma solo a determinate scadenze elettorali. Questo non è sufficiente per creare la coscienza europea. Inoltre, sia a livello europeo che nazionale, c’è stata una carenza di strategia efficiente per l’affermazione dell’Europa Unita basata sulla libertà e sul diritto. Il processo di diffusione dell’Europa, poi, crea paura per le aperture verso altri popoli europei sino a formare delle barriere psicologiche verso gli altri (popoli est-europei) o i diversi (Turchi). Spetta ai singoli governi nazionali, a tutte le forze politiche europee e alle varie organizzazioni nazionali e supernazionali di prendere le giuste decisioni ed operare per l’Europa dei popoli, senza far perdere le caratteristiche territoriali e i valori specifici locali. Ma anche i cittadini, consapevoli dell’importanza dell’Europa, devono impegnarsi ad ogni livello come pure si deve attivare più profondamente e completamente la scuola. Ed i giovani? C’è bisogno del loro risveglio che porti ad un forte vento ideale supernazionale da Roma a Londra e dai Pirenei fino agli Urali con una grande partecipazione corale e profondi impegni. Afferma giustamente il nostro Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: “dobbiamo scuoterci di dosso quel torpore che si è largamente diffuso”. E sono convinto che l’Italia, i questo momento di crisi generale europea, può fare molto, con il consenso di tutte le forze politiche.”. L’Europa Unita non è più un sogno ma una vicina realtà che va costruita giorno dopo giorno nei cuori, nelle menti e nelle coscienze. Il mio impegno, il nostro impegno, permetterà a mia nipote Flaminia (che vive a Roma ed ha sei anni) e ad altri bambini, di vivere in un’Europa Unita, libera e sicura, sempre più tesa verso un mondo migliore.


urna elettorale

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