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A Sciambere della grande riforma

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 03 giugno 2005

E' vero qualche volta l'amministratori ferajesi c'è da compatilli, tutte le mattine si ritrovano un ventaglio d'umanità (dal vero bisognoso al puro rompicoglioni) con cui misurarsi, devono sempre fare mente locale per distinguere i dipendenti dai finanzieri mandati dalla Corte dei Conti che ormai si so' accasati (o meglio accasermati) in biscotteria e prelevano roba in quantità industriale (e poi qualcuno è capace che lo sarchiano), devono cucire toppe su toppe per riparare ai guasti degli sciagurati egidii della banda del buco in bilancio e mille altre incombenze hanno. E' per questo che ci hanno messo così tanto a capire che come recita il vecchio adagio "steveno bene come steveno, pendiconi come d'ereno", cioè che ragionando di traffico e Portoferraio, tenuto conto che questo paese era stato fatto per arrivarci più che col ciuco in barca, meno ci si move meno s'ariaschia di fa' danno. Però insomma du' mesi di urli, strepiti, soluzioni finali puntualmente modificate, bandiere gialle, consigli comunali con gente che credeva di esse' al bar da Nando, drammi e voci di complotti internazionali per favorire i commercianti di Carpani e della Sghinghetta, insulti sui forum, ricchi premi e cotillons, TUTTO PER QUESTA CACATINA? Bah!