Sembra verrà data finalmente attuazione alla norma contenuta già nel Decreto Ronchi del 1997 che prevedeva il ritiro degli elettrodomestici a cura dei produttori (attraverso gli esercenti e gli installatori) e che non ha mai preso piede nel nostro paese. Un tema di cui si è discusso in un recente incontro promosso dal Viceprefetto a Portoferraio e nel quale è stato affrontato l’uso incivile di gettare gli elettrodomestici nei luoghi più disparati o accanto ai cassonetti, con un danno ambientale e paesaggistico, ma anche con un costo economico per il recupero che si ripercuote su tutti cittadini attraverso la bolletta della nettezza urbana. Un’abitudine barbara e diffusa, che continua ancora, nonostante le proteste dei cittadini, le denunce di LEGAMBIENTE e gli interventi delle Forze dell’Ordine, come dimostrano le foto scattate a Schiopparello e Bagnaia che alleghiamo. Il Governo, ha approvato in prima lettura, il 13 maggio scorso, il decreto legislativo che recepisce tre direttive comunitarie sulla gestione, il recupero e l'avvio al riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici (2002/95/CE, 2002/96/CE, 2003/108/CE). Il provvedimento dovrà ora passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari. Tra le finalità principali del decreto ci sono la prevenzione della produzione di scarti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata, recupero e riciclaggio di questi rifiuti, la progettazione di nuove apparecchiature che facilitino il riuso, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti da esse prodotte. È prevista l’introduzione di un marchio per queste apparecchiature che indichi ai cittadini la necessità della raccolta differenziata. Le operazioni di trasporto, trattamento, recupero e smaltimento finale della spazzatura elettronica saranno a carico dei produttori, che assicureranno anche il ritiro gratuito delle apparecchiature dismesse al momento dell’acquisto di oggetti elettrici ed elettronici nuovi. L’obiettivo di raccolta del provvedimento è fissato in 4 chili l’anno in media per abitante entro il 31 dicembre 2006. Per garantire il corretto funzionamento dei sistemi di gestione e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici, il decreto prevede l'istituzione, presso il Ministero dell'Ambiente, di un Comitato di vigilanza e di controllo e l'istituzione di un Registro nazionale dei soggetti obbligati allo smaltimento di questo tipo di rifiuti. Per i trasgressori sono previste sanzioni fino a 100.000 €. La nuova normativa comunitaria cambierà lo scenario operativo per l’intera filiera e per le aziende produttrici di beni dell'elettronica e dell'elettrotecnica (elettrodomestici, hardware, apparecchi di illuminazione, ecc). Le direttive introducono il tema della responsabilità totale dei produttori sullo smaltimento dei loro prodotti, sia in termini di riutilizzo e riciclo dei prodotti a fine vita, sia con la rimozione delle sostanze dannose per l’ambiente. La direttiva 2002/96/CE, denominata RAEE - Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche - impone allo stato italiano di istituire, dal 13 agosto 2005, adeguati sistemi di gestione (raccolta, trattamento, smaltimento) dei rifiuti di tali apparecchiature dismesse, con conseguenti necessità di ristrutturazione organizzativa della filiera e della singola impresa. L’altra direttiva che interessa questo genere di rifiuti è la 2002/95/CE, detta anche RoHS (Restriction of Hazardous Substances), operativa in Italia a partire dal 1° luglio 2006, i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, vendute in Europa, dovranno provvedere che i prodotti immessi nel mercato dovranno contenere entro i limiti fissati sostanze ritenute pericolose, in particolare per piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, difenili polibromurati.
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