Uno stringato comunicato della Capitaneria di Porto portoferraiese pervenuta alle redazioni recita: "Nella mattinata odierna è deceduto il signor R.A. (Rodolfo Annecchiarico ndr) di anni 59, durante lo svolgimento di lavori di adeguamento del sistema di smaltimento delle acque reflue di Marina di Campo, commissionati dalla Comunità Montana dell'Elba e Capraia alla ditta Technosub, in acque esterne al Porto di Marina di Campo. La Procura della Repubblica di Livorno ha disposto accertamenti finalizzati alla ricostruzione della dinamica dei fatti accaduti". Erano queste le uniche informazioni "ufficiali" sull'incidente in cui intorno alle ore 9 aveva perso la vita un sub professionista, un "operaio delle profondità", "Rudy", coniugato con figli residente a Latina ma spesso per lavoro nelle acque dell'Elba, dove era abbastanza conosciuto. L'uomo era a 15 metri di profondità quando il pesantissimo tratto di condotta che era stato sollevato dal fondo con i palloni sollevatori si trovava a mezz'acqua, per essere riallineato è ripiombato improvvisamente verso il fondo, forse perchè aveva "spallonato" e gli era mancata la spinta verso l'alto su un estremo della gigantesca barra. 48 metri di tubo, 30 tonnellate di acciaio e cemento si abbattevano sull'Annecchiarico e lo uccidevano probabilmente sul colpo schiacciandone il corpo contro il fondale con la faccia in basso. A nulla valevano i disperati tentativi dei compagni di lavoro, inutile purtroppo anche la corsa dell'equipaggio dell'ambulanza della Croce Rossa Campese che era arrivata a banchina per tentare una manovra di rianimazione, il sub era deceduto e la sua salma restava pietosamente nascosta da un telo su un piccolo natante ormeggiato nel porto. Poi dopo un primo esame necroscopico del Medico Legale, il Magistrato che era stato informato del caso disponeva che il sub deceduto poteva essere trasportato all'obitorio dell'Ospedale di Portoferraio. Ed alle 14, due ore dopo che la salma del sub era stata rimossa dallo scalo campese e, gli accertamenti sui fondali che erano stati testimoni della tragedia iniziavano con una ricognizione subacquea da parte di due professionisti incaricati dagli inquirenti (coordinati dal P.M. Dott. De Bellis) di compiere dei rilievi. Oltre le loro dichiarazioni, nel pomeriggio di venerdì 27 Maggio sono state raccolte in Capitaneria a Portoferraio quelle dei colleghi di lavoro dello scomparso. A sera non era ancora noto se il Magistrato incaricato di seguire il caso avesse già deciso l'effettuazione di un eventuale esame autoptico sulla salma dello sfortunato sub laziale, la cui immagine riportiamo a corredo dell'articolo.
Rodolfo Annecchiarico