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A Sciambere di Bonolis e del pubblico impiego

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 20 maggio 2005

L'altroieri sulle pagine di più di un quotidiano di poteva scorgere il sorriso beffardo di Paolo Bonolis e la notizia del suo ritorno in Mediaset per modesta cifra di 24 milioni di euro in tre anni. Contemporaneamente apprendevamo che il proprietario di Mediaset (azienda così di manica larga con il popolare conduttore) nella sua veste di Capo del Governo si era rimangiato un accordo sottoscritto in nottata da 4 (quattro) suoi ministri, dopo una defatigante trattativa con i sindacati del pubblico impiego, rimangiandosi anche quanto aveva personalmente promesso qualche giorno prima del voto ed all'atto della presentazione al Parlamento del suo governo bis. Il motivo per sputtanare quattro dei suoi in maniera tanto clamorosa stava nel fatto che la cifra su cui si era convenuto (da lui stesso indicata qualche settimana fa) meno di duecentomila vecchie lire mensili di aumento, era da considerarsi esosa. Ora a parte che non comprendiamo come i ministri in questione non siano stati capaci di un minimo gesto di dignità, restituendo la delega al mittente, ci viene da pensare che è ben strano un paese - dove un conduttore televisivo (non un luminare della scienza) viene pagato 900 euro l'ora, 15 euro al minuto, un euro ogni 4 secondi (anche mentre dorme o è alla toilette) sputando monete come una slot machine impazzita e senza soluzione di continuità, e tutto ciò venga definito "normale" in quanto determinato dal mercato, - e dove si consideri esosa la richiesta di euro 3,3 (tre euro e trentatre centesimi)al giorno per un rinnovo a posteriori di un contratto scaduto, formulata da persone e famiglie in grande parte vicine alla soglia della povertà. - e dove inoltre un pubblico dipendente (come chi scrive) sia costretto a campare almeno fino a 150 anni per sperare ricevere in pensione quello che il signor Bonolis guadagna in un mese. Ci è parso tutto realmente una sorta di insulto alla miseria ed abbiamo iniziato ad attuare una nostra individuale forma di protesta dichiarando che d'ora innanzi non ci faremo più calamitare dalla curiosità sulla sorte dei pacchi, e dalla finta bonolismia del conduttore più caro del mondo (caro nel senso di costoso). Sconteremo tutto ciò, lo sappiamo con il rischio di sorbirci uno dei lacrimevoli e pisciosissimi "fondi" del direttore del TG2 (che dimostrano che in fondo tutti possono far carriera) o l'ascoltare con le destrorse smargiassate di Giuliano Ferrara, senza aprire gli occhi per non essere colti da una norcinesca propensione al suinicidio, ma la guerra è guerra, non si può andare tanto per il sottile.


Bonolis Paolo

Bonolis Paolo