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Legambiente

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 27 febbraio 2003

Le Bandiere Nere di Legambiente ai nuovi “pirati” del mare Le Bandiere Nere di Legambiente sono una sorta di "riconoscimento" che l’associazione ambientalista assegna a quei soggetti che si sono caratterizzati per iniziative ai danni del mare e della fascia costiera più in generale. Sono coloro che Legambiente individua come i "nuovi pirati" che, come quelli di salgariana memoria, assaltano le coste, ne depredano le risorse, inquinano i mari o compromettono irrimediabilmente il delicato ecosistema costiero. In questa sezione è possibile trovare i destinatari delle bandiere nere assegnate da Legambiente nel 2001 e nel 2002. In molti casi la designazione di Legambiente si è tradotta in iniziativa sul territorio, in vera e propria vertenza nei confronti dei fenomeni di aggressione alla fascia costiera. Per la darsena realizzata a Fossacesia, ad esempio, (bandiera nera nel 2000) l’Unione Europea ha avviato un procedimento d’infrazione nei confronti del nostro Paese, mentre contro i pirati della società Scip (bandiera nera 2001), che hanno realizzato un ecomostro sulla costa salentina, si è attivata la Procura del capoluogo pugliese apponendo i sigilli sull’area. In questo spazio è possibile avanzare candidature per le bandiere nere che Legambiente provvederà ad assegnare nel 2003. Se siete a conoscenza di fenomeni di aggressione del litorale, se siete testimoni di abusi o reati ambientali che qualcuno (privato, amministrazione o altro) sta perpetrando ai danni della fascia costiera, segnalalo a Legambiente. Basta riempire il modulo che potete trovare sul sito www.legambiente.com ed inviarlo. Le candidature verranno verificate dai circoli di Legambiente e, quelle più significative, verranno inserite fra le bandiere nere del 2003. E’ possibile avanzare anche segnalazioni in forma anonima, ma sarebbe più utile per noi poter avere un recapito cui poter fare riferimento per approfondire la segnalazione. Nasce l'Osservatorio parchi d'Italia per l'agricoltura biologica e le attivita' ecosostenibili Valorizzare e promuovere le attività ecosostenibili nei parchi; favorire la scelta del metodo di produzione biologico; facilitare la gestione del territorio creando sinergie tra le diverse realtà produttive per far risaltare le potenzialità complessive delle aree protette. Il tutto pianificato concordemente da un comitato composto da rappresentanti di Legambiente, Federparchi ed Associazione Italiana Agricoltura Biologica (Aiab). Nasce l'Osservatorio Nazionale Parchi d'Italia per lo sviluppo dell'agricoltura biologica e delle attività ecosostenibili , frutto di un protocollo d'intesa tra le tre associazioni impegnate per uno sviluppo moderno ed ecosostenibile delle aree naturali protette. L'accordo è stato firmato a Torino, nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Ermete Realacci, presidente nazionale Legambiente, Matteo Fusilli, presidente Federparchi, Vincenzo Vizioli, presidente Aiab, Ugo Cavallera, assessore Agricoltura e Ambiente Regione Piemonte, Daniele Cantore, presidente Commissione Ambiente Regione Piemonte e di Giuseppe Vallone, sindaco di Borgaro Torinese. "Il futuro delle aree protette – hanno dichiarato i presidenti delle tre associazioni – è strettamente collegato alle scelte di gestione del territorio. Un territorio particolare, ricco e sensibile dal punto di vista naturalistico, ma che può diventare anche economicamente competitivo grazie alla intelligente valorizzazione delle sue caratteristiche proprie. L'agricoltura biologica, i prodotti tipici e l'imprenditoria di qualità quindi, come già il turismo ambientale, offrono una irrinunciabile opportunità sia per la crescita dell'occupazione che per l'aumento del patrimonio di biodiversità". Il patrimonio delle aree naturali protette da tutelare e valorizzare è infatti copioso: dai 476 prodotti tipici censiti (di cui ben 57 certificati dalla Ue come Dop o Igp), alla biodiversità, con 57mila specie animali (pari a oltre 1/3 delle specie presenti in Europa) e 5.600 specie floristiche (pari al 50% delle specie europee). Nei parchi nazionali e regionali lavorano circa 4mila addetti, soprattutto giovani, negli enti di gestione; altri 2mila con contratti per la manutenzione del territorio, mentre 1000 tra cooperative e associazioni impegnano quasi 10mila persone nell'attività di gestione di servizi e strutture adibite all'accoglienza di quasi 30 milioni di turisti e visitatori ogni anno. L'Osservatorio sarà lo strumento per garantire sviluppo e conservazione della natura, con l'obiettivo di favorire la conversione all'agricoltura biologica delle singole aziende agricole, o di trasformazione all'interno di un processo più complessivo di conversione del territorio. Un centro documentazione, un ufficio deputato al monitoraggio costante delle esperienze in essere, un punto per l'elaborazione e l'attivazione di progetti specifici, nonché di servizi per i vari Enti interessati, consentiranno lo sviluppo delle attività agricole e imprenditoriali ecosostenibili, con operazioni mirate alla valorizzazione e riconoscibilità delle produzioni biologiche, come la costituzione della Rete delle aziende biologiche dei Parchi (catalogo, pagine web, etc) e l'elaborazione di un progetto per la creazione di una catena di punti vendita nelle principali città dedicati alle produzioni dei parchi (Emporio dei parchi).