"E' necessario salvaguardare le praterie di 'Posidonia Oceanica" del mare toscano e del Santuario dei Cetacei. La posidonia è una risorsa, non un rifiuto. E ciò comporta, oltre all’impegno contro l’inquinamento idrico e marino, una assunzione di responsabilità per contrastare con rigore le pratiche delle reti a strascico e dell'ancora selvaggia”. Con queste dichiarazioni, che segnano uno dei suoi primi debutti pubblici nel suo nuovo ruolo di assessore all’ambiente, Marino Artusa ha partecipato nei giorni scorsi all'Elba al convegno nazionale di Legambiente su "Posidonia oceanica, rifiuto o risorsa?”. “Con la posidonia - ha affermato l’assessore – ci troviamo di fronte ad una ‘pianta superiore’, come è stata definita anche dalla responsabile scientifica di Legambiente Lucia Venturi, che ha un ruolo decisivo per l' ecosistema mare e per la biodiversità. Una pianta quindi che va tutelata da viva, e che costituisce una risorsa anche da morta, con la sua importante funzione di baluardo antierosione delle coste”. Per potenziare la tutela dei fondali e la preservazione delle colonie di posidonie, vere e proprie “nurseries” del mare, l’assessore ha enumerato una serie di azioni che vanno dall’installazione di dissuasori fisici della pesca a strascico sui fondali marini, all’installazione di boe per l’ancoraggio in alto mare, e al rinnovamento del rapporto con i pescatori e i gestori degli stabilimenti balneari, istituendo con loro una nuova alleanza per la tutela dell’ambiente marino e del territorio costiero. Ai pescatori andrebbe affidato anche il compito, retribuito, di “spazzini del mare”. “Potremmo lanciare – ha detto l’assessore - un concorso internazionale per la creazione di barriere da collocare in fondo al mare con la funzione di deterrenti della pesca a strascico e dell’ancoraggio selvaggio”. Nel corso del convegno elbano, che ha fatto il punto sulla questione dello spiaggiamento della posidonia, l’assessore all’ambiente ha sottolineato l’importanza e l’interesse del “Progetto Posidonia”, una iniziativa della Provincia di Livorno finalizzata ad individuare l’utilizzo ottimale della posidonia per la ricostituzione naturale della duna e del litorale. “Occorre puntare a ridurre lo spiaggiamento della posidonia, incentivandone il riutilizzo naturale antierosione. Nei casi in cui ciò non è possibile – ha spiegato l’assessore - è necessario intervenire sul versante normativo, accelerando le modifiche di legge, preannunciate dal rappresentante del Ministero dell' Ambiente, che consentano lo spostamento della posidonia spiaggiata e il suo utilizzo per la produzione di compost per l’agricoltura. In tal modo sarà possibile superare, nelle zone decisamente vocate alla balneazione, i problemi degli accumuli di posidonia che in base al Decreto Ronchi sono considerati un rifiuto, e di cui è attualmente vietato il compostaggio per la legge 784/84”.
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