Walter Ciangherotti, il protagonista dell’odissea sul porto di Piombino, dove soltanto con l’intervento delle Forze dell’Ordine è riuscito ad ottenere un biglietto d’imbarco per ritornare a casa con sua moglie gravemente ammalata, torna a scriverci, esprimendo le sue perplessità circa la riposta “ufficiale” della compagnia di navigazione. Lo fa aggiungendo particolari toccanti, delineando una sofferenza evidente e dignitosa, che stride con la generale indifferenza dimostrata dalla Moby. “E’ strano - nota Ciangherotti - che i dipendenti non si ricordino dell' episodio, se non altro per il fatto che il maresciallo della Guardia di Finanza ha dovuto molto insistere per i biglietti e che l' addetto all' imbarco comunque brontolava con gli agenti: “mannaggia ma perchè proprio a noi, e la Toremar lascia a terra anche le ambulanze.. siamo pieni.. “, questo mentre salivamo a bordo della nave. Poi c'è un particolare, il brigadiere dei Carabinieri ha scritto i miei dati personali e sicuramente a fine turno avrà fatto rapporto dell' episodio, comunque sia il brigadiere con gli altri due Carabinieri possono essere rintracciati così come il maresciallo della Finanza insieme credo perlomeno ad altri 5-6 agenti. Cosa vorrebbe dire la compagnia di navigazione, che siccome non si ricordano non è successo? Se è per questo a bordo ho fatto salire mia moglie con l' ascensore ed ho chiesto al personale di bordo se c' era un posto tranquillo dove farla sdraiare e soprattutto allontanarla dalla folla e dagli animali che erano presenti, perlomeno 3 cani ed un gatto in gabbia. Di fronte al punto informazioni di bordo, quindi ben dentro la nave. Non ho niente contro gli animali, anzi io sono amante soprattutto dei cani ed abbiamo anche dei gatti. Un membro del personale ha cercato e ricercato, dopo un po’ è tornato dicendo che c' era una stanzina piccolissima abbastanza appartata, ma c' erano da salire delle scale e mia moglie non ce la faceva neanche a stare seduta, altro che salire le scale! Infine ha dovuto sdraiarsi sui divanetti, per fortuna che ha il carattere forte, provate ad immaginarvi voi con la mascherina da sala operatoria per non respirare aria "rischiosa" e tutti gli occhi dei passanti addosso, nessuno ha fatto commenti ma era inevitabile essere visti. Non sapevo cosa aspettarmi quando ho scritto la prima lettera, ma ora sì: le scuse scritte a mia moglie e firmate dal Signor Onorato, dove si impegna a fare in modo che non succedano più episodi simili, per chiunque. A questo si deve unire anche l’impegno della Toremar, per garantire in ogni caso i diritti dei passeggeri malati Niente di personale – conclude Ciangherotti - contro la Moby Lines ma si mettano nei panni di chi deve urgentemente passare questo benedetto braccio di mare e si rispondano, sì proprio così, si rispondano: non c' è posto, si sposti che devo fare i biglietti agli altri.”
Piombino Porto