Pino Annarella è un bravo musicista elbano che abbiamo imprestato (come direbbe Bossi ruminando) agli italiani. Tempo fa ci raccontò di un gustoso fatterello occorsogli. Orbene Pino si trovava su una strada elbana insieme ad un altro bravissimo chitarrista, Saverio Porciello che da anni suona con Eugenio Finardi, per raggiungere il locale dove avrebbero dovuto lavorare quando si videro chiedere un passaggio da una turista autostoppista. La ragazza fu fatta accomodare (si fa per dire) sul sedile posteriore dell’auto in mezzo alle due chitarre che Pino e Saverio si portavano appresso e sott’occhio. Lungo la strada i due colleghi continuarono a parlare di faccende di lavoro, della serata che andavano a fare, quando la tipa, interloquì: “Ah siete musicisti .. – e in mezzo alle due chitarre chiese – che strumenti suonate?” “Grancassa e Basso-Tuba!” Rispose pronto Pino facendo sfoggia della salacità isolana. “E che musica suonate?” Chiese la perplessa ospite. “Musica Bandistica!” Sentenziò Saverio con la sua faccia da “figlie ‘n drocchia” partenopeo. Ora qualcuno penserà che noi approfitteremo dell’occasione, dopo aver parlato di una torzola tanto svanita, per giungere ad una battuta finale del tipo: “Non glielo fareste fare l’Assessore ad un soggetto del genere?” E invece no, la lunga introduzione ci serviva ad altro, ma sempre restando in argomento, perché Pino ci ha scritto una mail da Roma, all’interno della quale si pone un quesito. Roso dalla curiosità il musico ci chiede: “Ma chi è l’Assessore di cui parlate sempre?” Chiariamo a Pino, ed a chi ancora non ne avesse preso coscienza, che l’Assessore e il Consigliere a cui costantemente ci riferiamo non sono due persone reali ma piuttosto, contemporaneamente degli artifizi letterari e delle metafore. (ma qui occorre spiegare più semplicemente, perché già vediamo l’Assessore che si perplime ed aggrotta le ciglia). I due compari amministratori dei nostri “A Sciambere”, sono in realtà la rappresentazione una somma di tic, piccinerie, incultura, vanità, prepotenza ed egoismo, di cui sono più o meno preda tutte le persone normali (se l’espressione ha un senso), figuriamoci poi se ne sono immuni coloro che, con grande sprezzo del ridicolo si propongono “senza avere il fisico” come amministratori degli altri. Ma va detto, parafrasando Mao Dze Dong che usava dire: “C’è un borghese addormentato in ogni rivoluzionario”, che “C’è un Assessore addormentato in ognuno di noi”, così come in noi tutti c’è il “fanciullino” pascoliano (no Consigliere i pastorelli e le pecore non c’entrano) quella figura cosi ben tracciata appunto dal poeta che una signora rotaryana chiamò Giovanni Pascoli Piceno. Chiaro ora Pino? Crediamo di sì, che avranno capito tutti, eccettuato bene si intenda il Consigliere e l’Assessore, ma non si può cavare il sangue dalle rape.