Torna indietro

Turismo sommerso: la guerra dei numeri a Campo nell'Elba

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 29 aprile 2005

Vorrei specificare un aspetto per chiarire meglio l’intervento di ieri sul “turismo sommerso” a Campo nell’Elba. Non è il problema fiscale che mi ha scandalizzato nella sottovalutazione del sommerso ma la cecità amministrativa nel governare il fenomeno del turismo. Le 450.000 presenze di “turisti portoghesi” a Campo, che rappresentano il 30% delle presenze totali-anno del comune, dovrebbero indurre l’amministrazione a fare serie considerazioni. Intanto sapere se leggono i dati in loro possesso e profumatamente pagati con denaro pubblico può risolvere il problema se riaffidare incarichi, da loro stessi considerati evidentemente inutili, a consulenti esterni come il Prof.Bottai. Il dato macroscopico del sommerso viene semplicemente derubricato in “arrotondamento di anziani pensionati” è, in ogni caso, un dato statistico di una certa rilevanza per gli amministratori di un comune turistico in cui ci si dovrebbe interessare per esempio di quanti liquami fognari possano essere depurati e scaricati in mare, quanti rifiuti solidi urbani da portare via, quanta spiaggia offrire agli ospiti estivi, insomma quali e quanti servizi offrire per fare turismo di qualità. Ora se i dati del Prof.Bottai non vengono considerati veritieri sul sommerso, perché pubblicare e diffondere un libro sul turismo in modo capillare in tutto il territorio? Libro che penso d’aver letto io solamente visto che a nessuno interessa sapere, non dico dove dormano, ma dove facciano i propri bisogni almeno 10.000 persone al giorno nel territorio di Campo nel mese di agosto. Perché di quelle 450.000 presenze almeno 300.000 o più saranno concentrate ad agosto. Quindi è inutile che gli amministratori di questo comune vogliano perseguire la “qualità” del turismo. Ad agosto in queste condizioni di affollamento e di scarsa qualità di servizi e di acque balneabili è davvero difficile parlare di “qualità”. Ipotizzando 10.000 presenze in più al giorno in agosto e dividendo per 5 si otterrebbe il numero dei pensionati che affittano case per necessità a Campo. Paese dove sembrano quindi esserci almeno 2000 pensionati che per arrotondare la pensione affittano casa ai turisti! L’attuale giunta, che in periodo elettorale, per ovvi motivi di propaganda, misura frazione per frazione l’elettorato campese ha sottovalutato il fenomeno? Oppure non considera attendibili i dati statistici commissionati, pubblicati e pagati? Proprio nelle pagine 96, 96 e 97 lo stesso autore dello studio statistico congettura, con una “punta di orgoglio”, una forte sottovalutazione del fenomeno del sommerso e proprio nelle conclusioni del suo studio suggerisce di classificare gli appartamenti da dare in affitto per la riqualificazione del turismo. Nel medesimo studio viene anche valutata sufficiente la rete commerciale. I problemi per fare “qualità” sono dati dai servizi di pubblica utilità, parcheggi, mobilità, smaltimento rifiuti, depurazione ecc… La foglia di fico del pensionato affittacamere che gestisce il 30% delle presenze, è troppo comoda da indossare. Se vogliamo un turismo di qualità, questo esercito o popolo di affittacamere andrà in qualche modo organizzato, responsabilizzato, diretto e chiamato a gestire il turismo in prima persona o per delega al fine di partecipare anche a contribuire ai servizi o alla promozione della località in cui espletano il loro lavoro. Anche perché la signora Pina o il signor Piero (nomi di ipotetici pensionati che affittano appartamentini) pur dovendo arrotondare la pensione, non andranno mai a fare promozione turistica in una fiera o presso agenzie viaggi esterne all’Elba. Quando si organizza un evento sportivo o culturale in paese, sono gli operatori “ufficiali” a concorrere alle spese di organizzazione. Quando c’era il “Consorzio Marina Blu” per pulire la spiaggia, erano gli albergatori e i gestori dei campeggi a sostenere la maggior parte dei costi del consorzio pubblico-privato. Forse se parte dei proventi di questo terzo delle presenze turistiche, che non vengono dichiarate e monitorate, venissero poi investiti in promozione o cogestione di servizi sarebbe un bell’aiuto per lo sviluppo della “qualità” turismo. E continuare a incentivare l’edilizia per alimentare il sommerso non porterà mai un amministratore a gestire i problemi del sovraffollamento estivo, non dico per arrivare a essere Portofino ma neanche ad essere organizzati ed efficienti per fidelizzare i nuovi turisti. Poi quando sentiremo le consuete e giuste lamentele estive dei bagnanti sulle insolite colorazioni del mare di Marina di Campo, o sugli odori nella zona del depuratore, odori avvertibili durante le notti di agosto entrando in paese già al ponte di S.Mamiliano, ci ricorderemo del sommerso, fenomeno turistico-economico incontrollato che concorre alla qualità dell’offerta turistica, non solo quindi problema fiscale riguardante solo Roma per gli avveduti amministratori locali. Il sommerso deve essere considerato come una piaga da curare e guarire, se la piaga si estende ulteriormente anche i 2 terzi del turismo sano ne risentono. Argomento impopolare? Non importa, la cacca che finisce in mare dalle 450.000 presenze “sommerse” in più ce la rimangiamo tutta. E’ bene cominciarlo a capire e a discuterne, il sommerso purtroppo poi emerge con tutti i suoi colori e odori, parliamone senza fare demagogia fiscalpopolare. Spero che l’assessore Graziani e i 24 superesperti comunali, con la puntuale diagnosi del Prof.Bottai sappiano presto trovare una cura adatta.


marina di campo panorama 3 gentini

marina di campo panorama 3 gentini