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A Sciambere di quello che cascò dal ciuco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 28 aprile 2005

La giornata politica ci ha fornito fatti di opposti segni: quello della farsa e quello della tragedia. Il primo si è consumato in un'aula parlamentare dove un ormai più Consunto Signore che un Unto dal Signore, ha pronunciato una incredibile, impolitica, invereconda concione cercando ancora una volta di spacciare sogni e negando realtà, offendendo con la sua affettata e volgare buona educazione chiunque e qualsiasi cosa metta in discussione la sua esondante vacuo-vanità e prima di tutto offendendo la razionalità ed il senso comune, bluffando come un giocatore di poker alla canna del gas, con in mano una scala bucata, che rilancia: "O si fa il partito unico del centrodestra o me ne vado!", naturale prodromo di quanto sentiremo forse di qui a qualche mese, quando qualcuno lo costringerà a dire, per darsi un tono, come quello che cascò dal ciuco: "tanto volevo scende'!" Purtroppo è venuta però anche una luttuosa notizia da un paese lontano: la cosiddetta "patria della democrazia" è sul punto di pronunciare una nuova autoassoluzione. E stavolta non si dà neppure la pena di trovare un capro espiatorio. Il mito di tutti i noi la grande Amerika può mandare un top gun ignorante a bombardare un matrimonio, un vigliacco con un mitragliatore in mano a sparare alla testa di un ferito innocente e inerme, dei sadici ad attaccare elettrodi ai coglioni (ops: il Cavaliere direbbe "genitali" ma non lo dice) di prigionieri non si sa per cosa e a mandare la foto ricordo a casa, figuriamoci se si turba e si assume responsabilità per la morte di un poliziotto, italiano per giunta. E poi cosa c'è di più comodo che incolpare chi ci ha lasciato le penne? Del fatto che la loro versione dei fatti implichi dare dei mentitori ad un generale dell'esercito italiano, un ufficiale dei Carabinieri e ad una prestigiosa giornalista, del fatto che la loro ricostruzione non stia su neanche con lo sputo, semplicemente se ne strafottono. Ed è come se partisse un'altra terribile raffica che centrasse di nuovo il fedele servitore dello Stato come se lo uccidesse una seconda volta. E' un'infamia, ma in questo momento chi governa (si fa per dire) la Repubblica Italiana non può impegnarsi più di tanto, non può pestare sacrosanti cazzotti sul tavolino "Media - diceva qualche ora fa uno scendiletto tessuto in forma di giornalista - per non giungere ad una totale rottura nella stesura del rapporto sull'incidente" Mediano (viene voglia di dire una parola grossa) con l'onore ferito di questo paese, e intanto organizzano la carica dei 101 ben pasciuti membri di un elefantiaco governo sensa senso né consenso. Un governo in rotta di collisione con la gente d'Italia, come andava il Titanic contro la montagna di ghiaccio, mentre a bordo si ballava, si beveva, si scherzava, si trombava e forse in un angolo c'era pure il vizioso che si faceva un tiro di coca.


asino nero animali

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