C’è un tentativo della destra clericale di tirare la giacca a questo Papa, convinta che la propria permanenza e perpetuazione al potere, possa essere aiutata e legittimata strumentalizzando ed interpretando a questo fine, certe affermazioni rilasciate, a suo tempo, da quello che era il Prefetto della Congregazione, Cardinal Ratzinger: il richiamo forte ai valori giudaico/cristiani, in contrapposizione alle invadenze islamiche sul continente europeo e verso l’indebolimento della fede e del sentire religioso a causa della secolarizzazione e del relativismo religioso. Anche a sinistra c’è stato chi ha enfatizzato queste affermazioni per qualificare come “conservatore” questo papato e quindi come un potenziale elemento di freno all’avvento di un ordine civile più tollerante ed inclusivo. Ritengo utile, più che soffermarsi sulle precedenti dichiarazioni, uno sforzo di analisi che cerchi di comprendere le posizioni e le motivazioni oggettive e soggettive che interesseranno questo nuovo Papa, mettendole in relazione con quanto sta succedendo nel mondo di oggi. Questo Papa si va ponendo molte delle domande che oggi assillano le umane genti ed ad esse cerca di rispondere, recuperando le certezze millenarie della religione cristiana. La lotta dichiarata alla dittatura del relativismo sta forse proprio nella constatazione che nella coscienza della gente si è aperto un grande vuoto, un vuoto che resta tale finché qualcuno non se ne faccia carico. La funzione delle ideologie è tale ed esse possono aiutare ad orientarsi, a recuperare coscienza del proprio essere, a riconoscere e governare la realtà che ci circonda, buona e brutta che sia. Quelle attuali sono domande forti, che toccano l’istinto di sopravvivenza, la natura umana più profonda. Cosa ha generato queste inquietudini in milioni di persone che, credenti, di altre religioni, non credenti, laici, hanno comunque sentito un bisogno forte di partecipare, di stringersi intorno alla chiesa romana Cattolica, ai suoi Papi, quello morto e quello nuovo? Abbiamo assistito ad un movimento universale, globale, come si qualificano oggi i movimenti planetari, che ha travalicato lo stesso ambito ecclesiale ed istituzionale. Milioni di persone in carne ed ossa hanno voluto esprimersi in questo pellegrinaggio, non solo con la propria fede religiosa, ma anche con la propria ragione, con la propria coscienza, di chi cerca una nuova verità, una nuova condizione materiale e un nuovo senso all’esistenza terrena. Un esistenza faticosa, che nonostante l’enorme progresso tecnologico scientifico, produttivo non è in grado di soddisfare bisogni primari per milioni di persone, per interi popoli. Mi resta difficile vedere in questo movimento solo un evento mediatico, indotto dalla grande mobilitazione dei mezzi televisivi, radio, giornali, ecc., che si è assommato, occasionalmente, ad un evento indotto dal “carisma” o dalla tradizione istituzionale della chiesa cattolica. C’è stata senz’altro un’ondata emotiva, una solidarietà verso una sofferenza manifesta, verso quel limite umano che rappresenta la vecchiaia ed il voler assistere al capezzale il morituro, c’è stata anche la forza della parola evangelica, del sacrificio per gli altri, del messaggio cristiano, dei valori universali come la pace, la solidarietà per gli ultimi, il rispetto della dignità e della persona umana,. Ma, ed è questo forse lo “spirito del mondo” d’oggi, c’è stata anche la voglia di esprimere direttamente, fisicamente, quel profondo sentimento d’inquietudine che scuote gli uomini e le donne del nostro tempo. L’incertezza nel futuro, l’insicurezza e talvolta anche l’angoscia e la sofferenza, che oggi scuotono nel profondo l’animo umano e che derivano dalla scesa in campo di potenti forze distruttive, antiumanizzanti, come il terrorismo internazionale, i signori della guerra, lo sfruttamento e la rapina senza ritegno e regola della terra e degli uomini, il calpestamento della dignità, della giustizia e della libertà di popoli e di nazioni. Tutto ciò si è manifestato in questa circostanza, è precipitato su questo evento. C’è in tutto questo movimento, la domanda e la ricerca di punti fermi, di certezze e di cambiamenti fondati comunque su valori sociali e di giustizia, sulla centralità della persona umana, sui suoi diritti. La caduta di regimi ed ideologie di liberazione ed emancipazione collettiviste, quali il comunismo e, come risposta a questo, l’avvento del liberalismo selvaggio, anch’esso con le sue promesse mancate di liberazione umana a breve: l’economia di mercato come condizione di libertà assoluta della persona, una distribuzione a tutti della enorme ricchezza prodotta, un super consumismo come livello e parametro di benessere, stanno determinando, non solo un restringimento delle condizioni materiali di vita, con un innalzamento delle soglie di povertà anche in società sviluppate, ma anche un vuoto di senso nella coscienza di milioni di persone, una perdita di fiducia in se stessi e nel futuro proprio e dei propri figli. Inoltre qualcuno ha ritenuto che i processi di secolarizzazione in corso in quasi tutte le società, specie quelle più avanzate, determinassero automaticamente, nella coscienza delle persone, l’abbandono di valori e di fondamenti metafisici, anche di tipo trascendentale od utopistici, da porre alla base della propria persona e della vita sociale, ma così non è. E’ proprio questo vuoto che si vuol colmare ed il sentimento religioso dell’esistenza ne ha sempre rappresentato un elemento forte d’identità, di stabilità e di fiducia in se stessi, per milioni di persone. Credo che anche per le forze laiche, di scienza e di cultura, per quelle forze che affidano alla ragione umana, la capacità di rappresentare l’umanamente giusto, la capacità di indicare vie nuove alla liberazione ed all’emancipazione umana nel mondo d’oggi, sia necessario misurarsi con queste domande, cercare risposte appropriate alle questioni dell’oggi. La cultura scientifica e filosofica laica, i movimenti di emancipazione di donne ed uomini, le istituzioni democratiche e liberali, particolarmente quelle europea, hanno accumulato un patrimonio di idee e valori etici e sociali che possono ancora oggi parlare a milioni di persone, che possono anch’esse ricercare risposte e dare fiducia e sicurezza a chi la ricerca, non in modo esclusivo, ma concorrente e collaborativo. Tempo fa l’attuale Papa, allora cardinale Ratzinger, in un incontro con un grande filosofo laico tedesco J. Habermas, rivolto alle prospettive dell’uomo oggi e sul come, mondo laico e mondo religioso potessero operare sui gravi problemi aperti per l’umanità, ritenne possibile, anzi auspicabile l’incontro, l’azione correlativa, tra la ragione umana in senso laico e la religione. Anche noi la pensiamo così e ci aspettiamo che si operi di conseguenza.
ratzinger papa