Si chiama Eva, e aiuterà le mamme a non morire più di parto, ed i bambini del Mozambico a sopravvivere nei primi difficilissimi anni di vita. E’ un'altra risposta degli elbani che nel loro piccolo vogliono contribuire al superamento delle emergenze del continente africano, al diritto negato alla salute ed all’assistenza medica. Eva (Elba per la Vita in Africa) è la neonata associazione formata dal personale sanitario che opera nell’ospedale elbano, che per farsi conoscere al pubblico ha organizzato, nella serata di venerdì, un piccolo cocktail di battesimo sul mare della Calata. Intendono dunque andare in Mozambico (dove a più riprese negli ultimi due anni e mezzo si si è recata una di loro, la Dottoressa Daniela Laudano) "Lo scopo - si legge in un documento dell'Associazione - è quello di sostenere una zona dell’Africa a lungo coinvolta in una guerra civile, poverissima e flagellata da malattie come AIDS, malaria, tubercolosi, con un tasso di mortalita’ infantile del 30%. E’ per i bambini che vogliamo lavorare e per le loro mamme, dare loro la possibilita’ di nascere, sopravvivere e crescere in modo dignitoso, come i bambini del resto del mondo. Lavoriamo percio’ come volontari nel nord del Mozambico (provincia di Cabo Delgado), con l’intenzione di supportare l’ospedale locale, portaere l’acqua che ci sembra indispensabile , e creare delle strutture sanitarie di minima che garantiscano almeno igiene e assistenza di base alle donne in gravidanza e ai loro bambini una volta nati". E per rendersi conto in che razza di realtà si vuole operare bastava un'occhiata a due foto che facevano, si fa per dire, bella mostra, durante il cocktail, sul banchetto ove si raccoglievano adesioni all'iniziativa. Immagini crude che facevano da contrappunto all'atmosfera abbastanza leggera della piccola festa sulla Calata primaverile. Foto di un "pronto soccorso" e di una "sala parto" in condizioni di antigienicità neanche pensabili per un "fortunato" paziente delle strutture pubbliche di un paese occidentale. Foto quindi che riconducevano al tema. Il tema è appunto la spedizione prossima ventura che vuole creare un ponte di solidarietà tra l'Elba ed una remota l'Africa Australe, da condurre, se possibile, sotto l'egida della Croce Rossa Italiana, ma da realizzare comunque, perché chi ha tempo (oltreché volontà, professionalità, mezzi) non deve aspettare tempo. E gli elbani faranno bene (tutti) a dare una mano perchè alcuni di loro possano portare un aiuto concreto a chi ne ha tanto bisogno.
Daniela Laudano