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Rio nell’Elba e la sua memoria antifascista.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 23 aprile 2005

Ilario Zambelli, Mancusi Sabba, Sabino Galletti, sono tre figli di Rio Nell’Elba che dettero la propria vita per la liberazione dell’Italia dal tallone nazifascista. Ilario Zimbelli, che operava nei gruppi partigiani della città di Roma, è un martire delle Fosse Aerdeatine, Sabino Galletti, morì a Genova per le ferite riportate in uno scontro a fuoco del suo gruppo partigiano con i nazisti , sulle Alpi liguri, Sabba Mancusi fu fucilato, con altri civili del posto, in un operazione di rappresaglia nazista, a Forno di Massa. Ma altri nomi di Riesi potremmo aggiungere a questi, che hanno arricchito le schiere di coloro che in quegli anni tremendi scelsero di combattere per la libertà del loro paese e per conquistarlo alla democrazia: Mario Cacialli, Costantino Alessi, Taddeo Castelli. Di recente a Rio Marina è stato dedicato un cippo agli otto marinai elbani fucilati dai nazisti ad Ingolstadt, di cui uno, Renzo Corbelli, era di Rio nell’Elba. Sono storie di vite donate al perseguimento di valori alti e che necessità farli divenire patrimonio collettivo da tramandare alle nuove generazioni: sta in ciò il senso profondo di un patriottismo democratico, quale quello richiamato dal Presidente Ciampi. Ricordo che fu negli anni settanta, allora giovani militanti nella sezione del PCI, che ci dedicammo alla ricostruzione di questa memoria, al rintracciare ed al ricostruire le vicissitudini di questi tre giovani concittadini, che per ben trentanni era stata rimossa nella coscienza storica della comunità riese. La mia è una generazione nata dopo la guerra è cresciuta in una democrazia che, come si diceva a quel tempo era monca, era segnata da una “conventio ad escludendum”. Erano gli anni dell’anticomunismo intransigente, sotto l’egemonia centrista della democrazia cristiana, che mal sopportava il riconoscimento del contributo che anche i comunisti italiani, insieme ad altri antifascisti, avevano dato per la conquista della libertà e della democrazia in Italia e che quindi sacrificava alle esigenze della lotta politica di quegli anni, il fondamento antifascista della nostra costituzione, rimuoveva nella coscienza dei giovani, il ruolo che ebbero i partigiani, quei cittadini, molti giovani, che spontaneamente si schierarono contro i nazifascisti, specie dopo l’8 settembre del ‘43. L’aver ricostruito una storia diversa e nuova fu una “scoperta” positiva per noi e per tutto il paese; con essa si restituiva dignità e valore a queste persone, alle loro scelte e le ricongiungevamo alla memoria collettiva della propria comunità d’origine. Fu il Sindaco di allora, il compianto Vezio Colli che a capo di una delegazione comunale volle seguire e raccogliere le testimonianze e le tracce lasciate da quei nostri concittadini, recandosi direttamente nei luoghi e contattando le associazioni partigiane locali per avere le informazioni più dirette ed attendibili. Dobbiamo riconoscere che i veri atti di riconciliazione nazionale con le radici antifasciste del nostro ordinamento democratico e repubblicano possono passare solo attraverso un pieno e sentito riconoscimento verso questi uomini e donne che segnarono con la loro vita il cammino verso la libertà, di cui oggi godiamo. Dobbiamo recuperare, conservare e trasmettere questa memoria, questa cultura dei valori, del sacrificio della vita e della sofferenza per l’interesse generale, della solidarietà e del servizio per gli altri, del coraggio personale e della coerenza, senza revisioni che ne offuschino i significati, le scelte di campo compiute e le testimonianze valoriali che ne stanno alla base. Auguro a tutti un buon e rinnovato 25 aprile.


rio elba panorama dal volterraio

rio elba panorama dal volterraio