E' difficile rispondere alla tardiva replica dei VERDI dell'Isola del Giglio, perchè i due mesi trascorsi dall'intervento di LEGAMBIENTE non sono serviti loro non solo a calmarsi, ma nemmeno a raccogliere le idee e un po' di documentazione. Ci dispiace, tanta rabbia poteva essere indirizzata su obiettivi più utili e anche, come vedremo, più facilmente centrabili. La loro filippica è troppo confusa per poter dare una risposta che segua un filo logico, cercheremo quindi solo di non scendere sul terreno delle insinuazioni sul quale sono scivolati, anche perchè non vorremmo guastare un rapporto di collaborazione tra VERDI e LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano che, secondo Mario Lupi, neoeletto Consigliere Regionale dei VERDI, è migliore di tutta la Toscana, un confronto amichevole dal quale non ci faremo distrarre nemmeno dal livoroso intervento della Aldi. Marina ci chiede di quali disastri parliamo per il Giglio, potremmo ricordare la nostra denuncia sulle speculazioni edilizie a Giglio Campese, il progetto devastante del nuovo porto, il tentativo di sanare l'ecomostro dello spalmatoio a Giannutri e il completo abbandono di quella piccola frazione insulare, ma innanzitutto il disastro politico-culturale che ha prodotto, sotto le Amministrazioni Landini, un isolamento del Comune dalla Comunità del Parco Nazionale. Infatti, i VERDI ci ricordano, con malcelato compiacimento, che un nutrito gruppo di attivisti di LEGAMBIENTE, sbarcati al Giglio per fare un pubblico dibattito sull'istituzione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, "nel lontano 1995 furono i brutalmente allontanati (cacciati a sputi e pomodori in faccia) nell’infelice spedizione fatta al Giglio per convincere la gente ad accettare un Parco Nazionale che allora quest’ultima non voleva". Ci chiediamo, appunto, da che parte fossero allora i VERDI e gli ambientalisti del Giglio, visto che Landini e soci organizzavano marce, chiusure di negozi, aggressioni a LEGAMBIENTE e provocazioni senza alcuna opposizione apparente. Siamo felici che, caduto il regime, siano coraggiosamente usciti dalle catacombe, ma si sa, a volte la libertà improvvisa può dare alla testa. Aldi ci chiede dove eravamo in questi ultimi 10 anni, eravamo a controbattere in tutte le occasioni pubbliche il populismo antiparco del Sindaco Landini, a fare blitz di Goletta Verde a Giannutri e Campese, a manifestare contro la svendita, attraverso le cartolarizzazioni di Tremonti, di gran parte del patrimonio pubblico e storico delle nostre isole, eravamo con i nostri striscioni a dire no alla vendita del faro di Giannutri. Eravamo a sollecitare Regione e Ministero dell'Ambiente perchè impedissero che un bel pezzo di quell'isola e la sua villa romana, messe all'asta, finissero nelle mani di speculatori, ci siamo riusciti. Eravamo a scrivere due Dossier su abusi, malcostume e bracconaggio a Giannutri che il nostro gruppo locale ha portato all'attenzione della stampa nazionale. Eravamo purtroppo soli, perchè i VERDI gigliesi non li abbiamo mai trovati al nostro fianco in queste battaglie politiche ed ambientaliste. Non dubitiamo assolutamente del grande lavoro sotterraneo dei VERDI per convincere i gigliesi della bontà del Parco Nazionale, ma non ce ne siamo accorti, esattamente come loro non si sono accorti delle nostre iniziative e denunce, che però erano alla luce del sole. Siamo felici dei grandi successi elettorali dei VERDI al Giglio che alle recenti elezioni regionali hanno preso ben il 3,0 %. (una ventina di voti) rispetto allo 0,3 % (praticamente nessuno) presi nel 2000. Ma è una cosa che non ci impressiona. Marina Aldi pensi solo che alle provinciali dello scorso anno LEGAMBIENTE appoggiò all'Elba due nostri soci candidati proprio per i VERDI e il loro risultato triplicò quello dei VERDI alle contemporanee elezioni europee, con addirittura il 9% dei voti a Marciana Marina, miglior risultato di tutta la Toscana! Come si vede non siamo prevenuti verso il sole che ride. L'avversione ideologica alla pala eolica del Giglio ha fatto dire e scrivere ai VERDI cose sicuramente inesatte, ma è ormai cosa passata, visto che la nuova classificazione a Zona di Protezione Speciale (ZPS) dell'intera isola - salvo i centri abitati - renderà praticamente irrealizzabile impianti eolici. Noi crediamo che sia stata un'occasione persa, anche questa da Landini che, pur essendo favorevole all'eolico, al momento della riperimetrazione del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) del Giglio non ha pensato minimamente di aprire una trattativa con la Regione Toscana. Ma si sa, queste quisqulie ambientali ad un feroce antiparco non interessavano, meraviglia sfuggano ai VERDI che continuano una polemica ormai inutile menando sciabolate alla cieca ai loro possibili alleati. In quanto al parere del Parco ha ragione il Sindaco Brothel: il Parco nazionale ha dato parere positivo sulla realizzazione della pala eolica e lo ha dato proprio perchè era stato richiesto dalla Regione e dall'Enel per la vicinanza con il territorio protetto e per la presenza di un SIC poi diventato ZPS. Se qualcuno dei VERDI gigliesi si fosse preso la briga di leggere la legge 394/91 sui Parchi, il decreto del Presidente della Repubblica che istituisce il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e la legge regionale 56/2000 avrebbe anche capito il perchè. Tralasciamo le volgari insinuazioni su Enel e LEGAMBIENTE che finora avevamo sentito solo da qualche fascista antiparco, ma rassicuriamo Marina Aldi che ci chiede sarcasticamente perchè "Legambiente non propone proprio alla stessa ENEL una bella pala eolica da 74-75 metri come quella dell’isola del Giglio, magari accanto al Centro di Educazione Ambientale a Rispescia, o direttamente nel “Parco Regionale della Maremma, o, ancora, con un’altra decina di pale simili istallata sui crinali dei monti dell’Uccellina" Per Rispescia ci stiamo pensando, visto che quella struttura è anche diventata il nostro Centro Nazionale per le Energie Rinnovabili, per il Parco dell'Uccellina non ci vedremmo niente di strano, purchè l'impianto eolico non interferisca con ZPS e sia paesaggisticamente accettabile. Ma l'intervento dei VERDI gigliesi dimostra che "è ormai evidente - come dice Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - che una delle fonti rinnovabili più preziosa è discriminata da pregiudizi infondati che derivano da una scarsa conoscenza del tema. Già oggi gli impianti di aerogenerazione si inseriscono e si integrano nel paesaggio. Il problema non è dire “no” all’eolico (incommensurabilmente meno impattante dei combustibili tradizionali), ma capire dove e come è possibile farlo. L’Italia sta faticando a seguire il passo dello sviluppo mondiale che riguarda proprio le fonti rinnovabili innovative come l’eolico o il solare, quelle per le quali le prospettive di crescita sono più consistenti, nella direzione di ridurre la dipendenza dal petrolio e le emissioni climalteranti come stabilito dal Protocollo di Kyoto. I vantaggi di una produzione di energia come quella dal vento sono confermati dal fatto che la modesta quota di eolico installato in Italia permette già oggi di evitare ogni anno l’emissione di 1,4 milioni di tonnellate di CO2. A mio avviso – conclude il presidente di Legambiente – è significativa l’assenza di qualsiasi iniziativa di informazione che descriva il ruolo dell’eolico e delle rinnovabili rispetto al territorio e allo scenario energetico italiano di liberalizzazione e concorrenza tra operatori”.
Energie alternative