Acque difficili per la delega ambientale, la legge che affida al governo il riordino di gran parte della normativa di settore dai parchi ai rifiuti, dall'acqua alle emissioni in atmosfera. È una delle ricadute della crisi politica in atto: con le dimissioni del vice-premier e dei ministri dell'Udc sono diventati improbabili iter legislativi prima dati per certi. A suonare il de profundis è però la stessa supercommissione di 24 saggi nominata dal ministro Matteoli che avrebbe dovuto procedere alla revisione del vecchio ordinamento e alla stesura di nuovi testi unici. Uno dopo l'altro si sono infatti quasi tutti sfilati dalla riunione plenaria che si sarebbe dovuta tenere a Santo Stefano di Sessanio, paesino abruzzese del Parco nazionale del Gran Sasso dal 23 al 25 aprile. All'ordine del giorno, la calendarizzazione del programma di lavoro dei prossimi mesi e una discussione preliminare sul merito dei singoli articolati. Un segno evidente – è quanto filtra dalla commissione, come anticipa l'agenzia di stampa Dire – che oggi, salvo rare eccezioni, tra i saggi nessuno crede più che ci sia il clima idoneo per portare a termine una rivoluzione della legislazione ambientale così imponente e delicata. Come si ricorderà la delega ambientale è passata in Parlamento il 24 novembre scorso, tra le polemiche di ambientalisti e opposizione, col ventiquattresimo voto di fiducia di questa legislatura. Compito del ministero dell'Ambiente è quello di riscrivere (entro l'11 luglio 2006) in 18 mesi 7 testi unici in altrettante discipline: la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati, la tutela delle acque dall'inquinamento e la gestione delle risorse idriche, la gestione delle aree protette, la conservazione e l'utilizzo sostenibile degli esemplari di specie protette di flora e fauna, la tutela risarcitoria contro i danni dell'ambiente, la difesa del suolo e lotta alla desertificazione, le procedure per la Via (valutazione di impatto ambientale), per la Vas (valutazione ambientale strategica) e per l'Ippc (autorizzazione ambientale integrata), la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera. Già in sede di approvazione della legge delega sono diventate operative alcune modifiche alla disciplina sui rifiuti e il condono edilizio per gli abusi commessi in aree di pregio ambientale. Norma quest'ultima che, a detta dell'opposizione, era stata fatta anche per “salvare” i lavori realizzati nella residenza sarda di Silvio Berlusconi. Ad affiancare il lavoro di Matteoli e del suo capo di gabinetto Paolo Togni una apposita supercommissione di 24 saggi nominata dal ministro con un apposito decreto, coordinata dal capo dell'ufficio legislativo del dicastero ambientale e composta da dirigenti pubblici, liberi professionisti, professori universitari e consiglieri di Stato. E oggi sono proprio i cosiddetti saggi a fare un passo indietro, boicottando la prima plenaria in programma. Dalla nomina la commissione si è riunita appena tre volte, mai a ranghi completi e sempre per incontri di breve durata. Da qualche giorno, immediatamente dopo il no al week end sul Gran Sasso, il ministero dell’Ambiente ha anche chiuso il sito internet criptato dove i 24 membri potevano accedere per visionare i documenti in discussione e scambiarsi le loro impressioni. Un altro segno del possibile bye bye alla delega.