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Rifondazione: firmiamo per l'acqua pubblica

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 20 aprile 2005

E’ partita in toscana la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua. La vasta adesione alla proposta di legge di associazioni, circoli, comitati RSU e partiti è del tutto inedita e dimostra quanto sia cresciuta l’attenzione sul tema dell’acqua, bene comune essenziale alla vita, diritto individuale e collettivo inalienabile, risorsa preziosa ma esauribile. E’ la prima volta che una esperienza di Movimento si traduce in progetto di legge compiuto che si misura su tutto il ciclo dell’acqua e su una sua gestione democratica. Riassumendo i principi della legge: Proprietà e gestione pubblica al 2008. E’ una scelta praticabile: a Grenoble, in Francia , la gestione dell’acqua è stata ripubblicizzata e nel referendum in Uruguay l’80% della popolazione si è espressa per l’acqua di proprietà e gestione pubblica. Vale invece ricordare che in Argentina, a Buenos Aires, metà città è stata privata dall’accesso all’acqua perché povera e non in grado di pagarsi le bollette. Il privato non scherza! Dimezzamento dei prelievi di acqua dolce per usi non civili entro il 2012 in netta contrapposizione allo sfruttamento selvaggio da parte delle industrie della risorsa. La Solvay di Rosignano ne è un esempio scandaloso. I piani d’Ambito e i piani industriali invece sono basati sull’aumento dei prelievi e l’aumento dei consumi, vale a dire l’acqua è merce e più se ne vende, più si guadagna. L'accesso gratuito al servizio di erogazione relativamente al quantitativo giornaliero di acqua potabile indispensabile per l'uso individuale, accanto alla promozione delle forme di risparmio e riutilizzo della risorsa ed alla lotta agli sprechi. Ed infine la questione della democrazia: mandato vincolante dei consigli comunali ai sindaci sulle questioni principali che riguardano il ciclo idrico integrato e consulta dei cittadini composta da lavoratori ed utenti. Questi sono alcuni dei punti fondamentali che contrastano nei fatti le scelte fino ad oggi effettuate a partire dall’uso spregiudicato dell’acqua, alla richiesta dei privati di aumentare le tariffe, vedi le cronache cittadine, alla gestione catastrofica nell’ATO di Arezzo. Se per legge gli investimenti dei privati devono essere remunerati al 7% è chiaro che la partita del finanziamento può essere risolta anche in una società interamente pubblica tramite l’assunzione di mutui. La scelta dì Grenoble lo dimostra, come quella di altre città in Italia. L’auspicio è che l’esame di questa proposta di legge permetta finalmente una discussione a partire da un bilancio veritiero su quanto avvenuto fino a oggi senza introdurre pericoli fantasiosi. In Italia e nel mondo cresce la richiesta di un nuovo pubblico partecipato per la proprietà e gestione dei beni comuni, a partire proprio dall’acqua. Come si collocherà la Toscana in questo panorama? La volontà dei proponenti la legge di iniziativa popolare è chiara l’auspicio è che venga accolta.


acqua rubinetto

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