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Controcopertina: Turismo agricoltura e tutela del territorio elbano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 19 aprile 2005

L’agricoltura biologica è un’agricoltura rispettosa dell’ambiente oltre ad essere un’agricoltura di qualità certificata. Questo aspetto viene sovente sottovalutato dagli enti pubblici locali che ignorano anche la presenza sul territorio di un’associazione che raggruppa le più note e storiche aziende biologiche dell’Arcipelago toscano. Spesso, ci rammarica constatare che, in tante iniziative di “prodotti tipici” non tutte le realtà più significative dell’agricoltura dell’Arcipelago sono contattate, e dispiace poi venire a sapere che di recente taluni enti che promuovono la qualità dei prodotti dell’Arcipelago anche attraverso marchi specifici, sottovalutano i prodotti da agricoltura biologica attuando così forme di discriminazione, perché lo ricordiamo, il mancato coinvolgimento delle Associazioni rappresentative di realtà consociate è una forma di discriminazione (salvo poi interessare alcuni singoli consociati, non si sa a che titolo, a danno quindi di tutti gli altri che l’Associazione rappresenta). Questa non è l’immagine che dobbiamo dare dell’Elba: come elbani ci dispiace constatare che alle porte della stagione turistica, nulla è cambiato rispetto al passato, non solo in termini di qualità del prodotto elbano in senso generale, ma anche di offerta e servizi. Ci apprestiamo a vivere una stagione turistica più grigia della precedente e tutto perché in fondo, la mentalità di certi soggetti non è cambiata e non c’è stato un logico ripensamento della conduzione della “cosa pubblica” anche in virtù degli scandali che hanno travolto l’Isola e del “mal vivere” denunciato anche da altre associazioni (vedi Caponnetto) che evidentemente hanno inquadrato a fondo il problema . Serve a poco fare campagne promozionali e pagare fior di tipografi per belle cornici e copertine di prodotti che di tipico elbano hanno ben poco, ma anche in questo caso, si cerca di smerciare qualcosa, dimenticando tutto il resto. E’ una forma di illusione del turista che non trova corrispondenza tra pubblicità e realtà locale, così come le immagini paesaggistiche e bucoliche che spesso circolano dell’Elba a discapito delle discariche abusive e della speculazione edilizia che ingrigisce tutto con le sue colate di cemento. Non sono stati solo gli ultimi eventi urbanistici ad aver scandalizzato i turisti, che hanno conosciuto l’Elba un tempo verde e adesso preferisce altre mete, ancora verdi, (Grecia, Croazia…e la non lontana Sardegna ), ma anche il constatare di anno in anno la nostra isola modificarsi e antropomorfizzarsi con costruzioni da veri ecomostri che purtroppo non ha lasciato indenne nessun comune. Costruire nell’ottica dell’affitto estivo, della seconda e terza casa sempre mascherata da prima, in assenza di controlli incrociati su più comuni che potrebbero essere fatti ma non si fanno (salvo scoprire che in certi nuclei familiari sono intestatari di prime case - in comuni diversi dell’isola- anche i nascituri), senza controlli sul mercato immobiliare, tradizionale sbocco di attività criminose, senza controlli e verifiche sui prezzi di vendita rispetto al vero valore economico del bene, senza verifiche capillari sugli affitti in nero, che risolverebbe il problema di tanti bisognosi, mentre altri non avrebbero più l’interesse a lucrare su un solo mese o due tenendo la loro seconda a casa vuota per il resto dell’anno, questo è quello che è accaduto e purtroppo ancora accade. Inutili le fantasiose idee sulla programmazione urbanistica, magari anche bio-compatibile (ulteriore beffa ad un territorio – come quello elbano – già così martoriato dal cemento): le forme di incentivazione per risolvere il problema della casa si trovano iniziando a colpire, chi di case ne ha fin troppe a beneficio di chi non ne ha neppure una. I comuni potrebbero poi farsi carico della ristrutturazione di tanti immobili abbandonati che garantirebbero la casa a chi ne ha effettivamente bisogno invece di sottrarre altre aree verdi al territorio elbano per costruire ex-novo. Anche in questo caso è una forma discriminante attuata nei confronti di alcuni soggetti per premiarne altri, se si pensa che sempre le aree oggetto di nuova costruzione sono aree agricole coltivate che secondo l’ottica di certi soggetti del “mal vivere” di cui sopra, sono inutili. Dispiace poi constatare che ci sia ancora oggi chi sventoli la bandiera dell’esproprio per costruire con tipologie ecocompatibili( bioedilizia), ma anche questo caso è un plauso e un’incentivazione a costruire ex novo, quando invece si potrebbero trasformare in più “eco sostenibili” molte delle costruzioni esistenti. Cambia poco in termine di sottrazione di aree verdi e pulite se sopra c’è cemento armato o cemento ecocampatibile! Ci sorprende che nessuno di questi soggetti abbia invece detto di ristrutturare ciò che già c’è come bisognerebbe ristrutturare e rendere abitativo ciò che già esiste. Crediamo che a chi ha davvero bisogno di una casa non interessi sapere se è un bel palazzo ristrutturato o costruito ex-novo, l’importante è avere una casa, altrimenti c’è qualcos’altro di strano… e del resto sarebbe meglio che fare di quegli immobili abbandonati edifici per progetti veramente inutili come le ennesime sale congressi per congressi che non si fanno (è da epoca biblica che non si vedono congressi decenti all’Elba, in grado di richiamare pubblico e turismo congressuale) o assurdi musei fantascientifici dove non c’è niente da vedere.


s. agapito marciana

s. agapito marciana