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Meneghin risponde a Tozzi sugli sprechi idrici elbani

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 16 aprile 2005

Faccio seguito alla nota del 15.4 del Sig. Andrea Tozzi e lo ringrazio per avermi dato modo farmi capire dove non sono stato chiaro. Il mio intervento non intendeva risolvere i problemi idrici planetari, Kioto, Stati Uniti, Berlusconi e Ferrara compresi, ma si riferiva specificatamente e ripetutamente a quelli dell'Isola d'Elba entro i suoi ristretti confini. In questo ambito e solo in questo, io ripeto che parlare di risparmio idrico é come parlare di una goccia d'acqua di fronte all'oceano e chi si ostina a farlo nella attuale situazione o fa della demagogia o veramente non vuol sentire come stanno le cose. Quei paesi che ottengono buoni risultati col risparmio idrico, hanno prima risolto i problemi più gravi. Ma le dirò di più. Le modalità di determinazione del volume di perdita idrica degli acquedotti usate normalmente e quindi anche all'Elba sono così empiriche che, se si facesse un'analisi seria a cominciare dalla verifica di efficienza dei contatori delle centrali e degli allacciamenti privati, ci si accorgerebbe che il volume reale di perdita, dichiarato nel 40% circa che é di per sè un quantitativo enorme di acqua persa, è ancora molto ma molto maggiore. Di fronte a ciò, sempre parlando dell'Elba, ha senso sostenere un'iniziativa come quella cui lei accenna? E poiché le sta a cuore il problema dell'acqua in senso generale, lo sa che semplicemente abbassando la pressione notturna in molti acquedotti importanti si sono recuperati, con un risultato immediato e senza penalizzare l'utenza e ma anzi migliorando il servizio in quanto si è posto rimedio all'inutile aumento di pressione che tutti le reti accusano di notte, ingenti quantitativi del prezioso liquido?. Lei mi chiede se conosco l'abbassamento delle falde. A tale riguardo la inviterei a leggere il mio articolo "La captazione d'acqua mediante pozzi profondi" nel sito internet http://altratecnica.3000.it dove ho indicato quali sono le regole minime da adottare per non danneggiare le falde. E qui devo dire invece che siete voi dell'Elba a non conoscere le falde visto lo scellerato sfruttamento che ne fate sia in Isola che nella Val di Cornia da cui attingete l'acqua per i vostri acquedotti. L'abbassamento di falda, di cui lei parla nel suo intervento, lungi dall'usare delle regole di base anche minime come quelle da me indicate, é lì talmente spinto da causare l'ingresso in falda nientemeno che dell'acqua marina! A mio parere questi sono argomenti da portare avanti. Si preferisce invece parlare di grandi temi, di sane questioni di principio trascurando del tutto i provvedimenti reali, contingenti. Allo stesso modo, tornando all'Elba, non si pensa di far cessare l'abnorme, onerosissimo e pericoloso rifornimento attuale d'acqua dalla Val di Cornia per passare all'unica possibilità che ha l'Elba di dotarsi di un approvvigionamento autonomo e cioé immagazzinare per l'estate l'acqua che fuori stagione vi precipita tanto abbondantemente da creare seri danni con le esondazioni dei fossi. Ripeto che si tratta dell'unico modo per raggiungere risultati veri mentre ben diverse e, secondo me in parte errate, sono le opere che sono state inserite nei programmi ufficiali redatti nel mentre ci si perdeva a disquisire sul risparmio idrico! Dette opere sono ora di prossima realizzazione e, a mio avviso, nè con la loro esecuzione e tantomeno con il risparmio idrico si risolverà nella bellissima Isola d'Elba il grave problema della sua alimentazione d'Acqua. Ne sapremo qualcosa se in una delle prossime estati si verificherà, come in passato, un prolungato periodo di siccità. Allora nè i pozzi locali, oggi visti come il toccasana ma in realtà atti a fornire tanta acqua solo nei periodi piovosi, nè quelli della val di Cornia, oberati come sono da emungimenti superiori alle potenzialità di falda, saranno in grado di fronteggiare il fabbisogno con o senza riattuazione del risparmio idrico. Ed allora ne vedremo delle belle anzi delle brutte!


Poggio fosso della nevera

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