L’istituzione di una nuova sezione di scuola materna è, in linea generale un fatto senz’altro positivo perché deriva solitamente da un aumento della popolazione scolastica. Nel caso specifico di Capoliveri invece la richiesta di attivazione di una nuova sezione non è dettata da un aumento numerico degli alunni e dalla conseguente formazione di una lista di attesa che avrebbe visto l’impossibilità da parte di alcuni bambini di poter frequentare la scuola dell’infanzia, bensì dal voler togliere qualcosa dell’esistente. La richiesta di una sezione di scuola materna statale nasce, quindi, in sostituzione di una sezione della scuola materna “delle suore” che è sempre stata l’unica struttura che ha accolto per 54 anni intere generazioni. Detto questo ci sembra quanto mai inopportuno il paragone fatto con la vicina Porto Azzurro, in quanto le due scuole, statale e paritaria, non sono in concorrenza tra loro, ma complementari e determinanti per la copertura dei bisogni dell’infanzia, esse sono la risposta ad una popolazione scolastica tre volte superiore a quella di Capoliveri. Sarebbe stato molto più coraggioso, e perfettamente in sintonia con gli ideali di una giunta di centro sinistra, dichiarare che dietro tale richiesta c’è una precisa volontà politica: quella di avere una scuola materna statale laica in alternativa ad una scuola materna paritaria, definito istituto “religioso”. Rispettiamo pienamente i diritti di quelle famiglie e di quei bambini che vogliono optare per la scelta di una scuola laica, ma non tolleriamo l’atteggiamento di questa Amministrazione che si nasconde dietro una frase di comodo “Bisogna rispettare anche quelle persone che non condividono l’opinione comune. Con una richiesta del genere intendevamo salvaguardare il diritto di una minoranza che tuttavia esiste e che è presente nel nostro comune” e non si assume le responsabilità di una scelta politica intenzionale e ben precisa, che come tutte le scelte soddisfa una parte e sacrifica l’altra. Troviamo sgradevole il fatto e soprattutto che i bisogni e le richieste delle famiglie vengano interpretate I dubbi e le perplessità riguardano i modi seguiti e le conseguenze future, riguardo alle modalità chiediamo: § Perché la popolazione è stata messa di fronte al fatto compiuto? § Perché l’iter è stato avviato senza una discussione pubblica? § Quante sono le famiglie che hanno deciso di iscrivere i propri figli alla sezione statale? § Sono state correttamente informate che la sezione richiesta avrebbe creato danno alla Scuola materna Don Michele Albertolli? rispetto alle conseguenze - Come intende tutelare le tre insegnanti capoliveresi che perderanno il posto di lavoro? - Come intende affrontare la discriminazione che si creerà tra bambini frequentanti la sezione statale, che pagheranno una quota mensile irrisoria, rispetto ai coetanei della scuola paritaria sostenuta in parte da fondi comunali? - Come riuscirà a garantire la convivenza di bambini di 3 anni e preadolescenti all’interno dello stesso edificio? - Quali saranno i danni procurati alla scuola media con la sottrazione di locali, peraltro appena sufficienti alle esigenze didattiche? - A quanto ammontano le spese per l’ adeguamento dei locali scolastici (aula mensa, bagni, spazi esterni attrezzati…) alle esigenze di bambini piccoli ? - Come intende rispondere, per l’anno scolastico 2006-07, alle famiglie che chiederanno anche loro l’iscrizione alla scuola statale visto il notevole risparmio? Se avesse provato a dare risposte a questi interrogativi e ad altri ancora, forse si sarebbe reso conto che la questione è molto importante e non riconducibile “ad una sciocca banalizzazione della politica” o ad una “speculazione sulle suore” ! In tre anni la scuola paritaria non avrà più iscrizioni e quindi diventerà una scuola statale a tutti gli effetti, dove gli insegnanti saranno scelti da una graduatoria provinciale e sicuramente la vostra risposta sarà: non è mica colpa nostra se le suore non sono in quell’elenco! In realtà, infatti, la delicatezza dei problemi che vanno affrontati è imponente e va incidere profondamente su quella che è la storia e la cultura di un paese. In ultima analisi vogliamo dire qualcosa riguardo a quella affermazione “costruzioni scandalose” che Lei pronuncia ancora con toni da campagna elettorale, invece di usare quelli più consoni ad un amministratore. Oggi, infatti, caro Consigliere delegato alle politiche sociali e alla scuola, i cittadini non vogliono più sentire lamentazioni, pretendono invece da Lei e dall’Amministrazione soluzioni a problemi concreti (purtroppo verificatisi in precedenza, ma come dice un vecchio proverbio: chi fa sbaglia, chi non fa invece…). Tutti, giovani e meno giovani, aspettano con ansia di poter utilizzare la “Palestra” e vogliono sapere quali sono i passi fatti dall’Amministrazione per portare a termine i lavori. Si augurano che le persone scelte siano state capaci di reperire i fondi allo scopo destinati, che, come si sa, molti Comuni sono riusciti ad accaparrarsi!! I bambini, le famiglie, le persone in genere vogliono vedere terminati i lavori della scuola materna “Don Michele Albertolli” in riferimento alla scala di sicurezza (soprannominata “cacarillo”) necessaria per adeguare gli edifici scolastici alle norme sulla accessibilità, come impone il decreto omnibus sulla pubblica amministrazione agli enti Locali proprietari di immobili destinati ad edifici scolastici e che conferma la data del 31 dicembre 2004 come termine ultimo per la messa a norma degli edifici scolastici. Come vede, la passata Amministrazione aveva ben calcolato i tempi per la realizzazione delle opere necessarie e avendo rilevato carenze nelle vie di fuga della scuola Materna Don Michele Albertolli, era riuscita a trovare una soluzione al problema. Questi adeguamenti diventano tanto più indispensabili quando le persone, da far evacuare in caso di incendio o calamità, sono bambini dai tre ai cinque anni che hanno bisogno di essere tranquillizzati per potere essere messi in salvo. Si tratta di un impegno serio e complesso, che Lei Signor Geri, quale uomo di scuola, dovrebbe conoscere bene. Per quanto possa o non possa essere piaciuta la struttura esteticamente(i gusti, si sa, sono soggettivi), non può negare che le intenzioni erano buone e di pubblica utilità! Crediamo che oggi la questione da affrontare si sposta sul piano delle responsabilità, spetta infatti a Lei e all’ Amministrazione di cui fa parte, decidere se far funzionare la scala, per garantire il massimo della sicurezza alle circa 100 persone che quotidianamente risiedono in quella struttura, oppure no.
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