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A Sciambere: Pattinatori a cammello

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 23 febbraio 2003

Avemmo tempo addietro a scrivere che la Comunità Montana dell’Elba e Capraia era un Ente sbagliato a partire dal nome, avendo la denominazione la stessa logica di una ipotetica “Associazione dei Bagnini del Cervino” o dello “Sci Club Lampedusa”, poiché per quanto l’Arcipelago Toscano presenti profili orografici tormentati, tutte le volte che sentivamo dire “montana” ci veniva in mente la scena di uno che tentava di incicciare un polpo con l’alpenstock. Alla luce degli ultimi eventi di cronaca siamo costretti a rimodulare le nostre osservazioni specie vedendo quanto si stanno infanando (entusiasmando) gazzettieri locali e capitani coraggiosi d’impresa di scoglio, per le imprese velistiche di “Alinghi” in Coppa America. Delusi dalla defaillance della gottazzola partenopeo-ferajese col logo buzzone, lacrimanti per l’inopinato tramonto della neo-capoliverese Luna Rossa, in molti hanno ritrovato il sorriso perché sperano che siano gli svizzeri a portare nell’isoletta verde e blu la prossima edizione della Coppa America con il suo contorno di pubblicità, quadrini e susina (per gli svizzeri tedeschi “pflaume” sempre susina, tutto il mondo è paese). Orbene fino ad oggi gli svizzeri s’erano imposti come belle lavanderine di soldi sudici, e come mastri produttori d’orologi, cioccolato e guardie del Papa, ma non potevano certo vantare una tradizione marinaresca perché obbligati ad ormeggiare le navi troppo distanti da casa. Un marinaio svizzero (prima di Alinghi) era nell’immaginario collettivo accettabile come un pattinatore su ghiaccio a cammello Saharawi, ma ora tutto è cambiato. Certo è una bella scossa all’orgoglio italico specie per i più patriottardi. Pensiamo al dramma degli amici di AN che mangiavano pane, mortadella e tricolore e che ora se ne stanno al governo a ciucciarsi il muggito dei leghisti che di tanto in tanto professano l’opportunità di usare il drappo nazionale come “dieci piani di morbidezza”. E poi il Papa è polacco ed è anche più a sinistra di D’Alema, per quanto riguarda la produzione culturale della penisola basta sintonizzarsi su uno dei 6 canali controllati dallo straziatore di congiuntivi da Arcore e ci si rende conto che siamo dietro alla Mongolia. Non siamo più un paese di poeti né di santi quindi, quanto a navigatori ci tocca sperare negli svizzeri. Siamo messi bene.