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Elettrosmog

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 23 febbraio 2003

Legambiente: "i limiti tutelano l'esistente, non i cittadini" ignorate le indicazioni dello Iarc e della commissione Veronesi misconosciuto il principio di precauzione "Sono limiti che fotografano uno stato di fatto, che tutelano l'esistente più che i cittadini", si esprime così Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, sul contenuto dei decreti attuativi in materia di elettrosmog varati dal Governo. "I valori proposti per gli elettrodotti ignorano gli studi dello Iarc (Agenzia internazionale ricerca sul cancro), il giudizio di un Comitato internazionale di esperti nominato da un ministro, Veronesi, tutt'altro che convinto del legame fra elettrosmog e tumori. E misconoscono completamente il principio precauzionale. Siamo invece soddisfatti de mantenimento dei 6 volt/metro per gli impianti ad alta frequenza". Lo studio di cui parla Legambiente, commissionato nell'aprile di due anni fa da Veronesi, riconosce che per le emissioni a frequenze di 50Hz (quelle degli elettrodotti) "sono disponibili numerosi studi epidemiologici in materia di cancerogenesi" che "suggeriscono che vi sia un'associazione fra incremento del rischio di leucemia infantile ed esposizioni ragionevolmente prolungate a campi di induzione magnetica a livelli superiori a 0.4microtesla". Il dato, d'altra parte, coincide con quello dello Iarc, che definisce la lunga esposizione a campi elettrici e magnetici a frequenze estremamente basse come "possibili cancerogeni per l'uomo" con "raddoppio del rischio di leucemie infantili", in base ad "una consistente associazione statistica tra l'esposizione dei bambini a livelli residenziali di campi magnetici a basse frequenze al disopra di 0,4 microtesla." E conclude ancora il Comitato Veronesi: "per quanto riguarda la protezione da possibili effetti a lungo termine associati all'esposizione, appare opportuno fare riferimento al principio cautelativo". "Principio dimenticato dal consiglio dei Ministri, che erroneamente confronta i nuovi limiti con quel 100 microtesla che riguarda gli effetti acuti a breve tempo e non quelli a lungo termine: sarebbe come confondere il contatto col fuoco con l'eccessiva permanenza sotto il sole. E non è un caso se il valore d'attenzione proposto in Parlamento al tempo dell'emanazione della legge quadro sull'elettrosmog era 20 volte inferiore (0,5 microtesla)".