(Tratto dal "Dizionario degli italiani Treccani" Anno 2105) Berlusconi, Silvio - Imprenditore e politico. Ha caratterizzato la vita politica di fine secolo XX-inizi XXI, in quello che è stata definita dagli storici "prima repubblica e mezzo". La carriera politica di B. si può riassumere in quattro momenti salienti: la scesa in campo (1994), il secondo governo (2001), il trapianto di capelli (2004), la definitiva caduta (2006). La prima fase è contraddistinta dalla fondazione del partito di "Forza Italia" (nel 2017, quando ormai contava uno 0,2 %, confluiva nell'attuale Nuova democrazia cristiana) e l'irresistibile ascesa al governo. In questa esperienza non ne imbroccò una che sia una (rimediò scoppole da Confindustria e operai, in politica estera e interna, e si fece prendere per il culo pure dai moderati e dai liberali) e arrivò molto presto alla crisi. Negli anni dell'opposizione fu salvato da sicuro oblio da Massimo d'Alema, leader di quello che verrà definito "socialismo ridicolo" alla metà del secolo scorso. Il secondo governo fu contraddistinto da una riforma costituzionale, scongiurata dall'energico intervento del giornale "The economist", poiché l'opinione pubblica italiana era in quel momento distratta dalle sorti del "Grande fratello". Anche il federalismo leghista fu sconfitto grazie al veto in commissione europea di Malta, Grecia e Lussemburgo. Pare che quest'ultima riforma fosse voluta da Umberto Bossi, figura leggendaria di quegli anni e quindi probabilmente mai esistita (infatti si dice che i suoi pensieri influissero grandemente sulle scelte di B., ma a tuttoggi non rimane alcunché di scritto su di essi). Della "finanza creativa" pare che esista solo una disamina critica di quattro pagine nella biblioteca di Harvard e ne restino le uniche tracce nell'economia delle isole Tonga. L'ultimo atto dell'apoteosi berlusconiana è il 2006, quando perse rovinosamente le elezioni politiche riuscendo nell'impossibile: consegnare più della metà dei voti dell'elettorato alla sinistra in un paese a maggioranza di destra. Era addirittura nata una leggenda secondo la quale in un collegio un esponente del suo partito si fosse fatto battere da un avversario morto durante la campagna elettorale. La sua ultima apparizione pubblica fu pochi giorni dopo in una telecronaca di tennis su Raisport satellite, in cui cercava di sminuire la sua sconfitta elettorale e asseriva che se l'Italia non vinceva più la Coppa Davis lo si doveva ai comunisti. Nella stessa occasione incolpava una spettatrice di applaudire alle volèe di rovescio solo perché glielo diceva d'Alema, e accusava i giudici di linea di essere toghe rosse al servizio di Prodi. Da allora passò gli ultimi anni della sua vita a Hammamet (come da vaticinio del suo mentore Bettino Craxi) circondato solo da uno stalliere siciliano, il suo fedele avvocato, un giornalista televisivo caduto in disgrazia e un barbiere personale (poiché la ricrescita dei capelli aveva avuto uno sviluppo abnorme, tanto da costringerlo a un taglio ogni sei ore). Anche la moglie Veronica lo abbandonò (nel 2016) chiamata dal presidente della Margherita Dj Francesco (che aveva sostituito l'altro Francesco, Rutelli: tanto nessuno notava la differenza) alla segreteria del partito, e che nel governo presieduto da Ezio Greggio ebbe il ruolo di ministro degli esteri. Pare che l'autoesilio di Hammamet fosse dovuto anche a una nuova inchiesta giudiziaria che lo riguardò. Secondo i magistrati, nel 2008 il suo avvocato Previti avrebbe scambiato i documenti di un processo di beatificazione di una donna in odor di santità con quelli di B. stesso e in seguito avrebbe cercato di comprare un cardinale e il collegio giudicante (facendo passare i soldi in un intricato gioco di scatole cinesi tra banche vaticane e paradisi fiscali) per assicurarsi la canonizzazione. Come imprenditore cercò di convincere gli italiani che si era fatto da solo (cosa che in seguito fu con malizia intesa in diverso modo) e che le sue ricchezze erano nate sotterrando uno zecchino d'oro nel Campo dei Miracoli (l'attuale Milano 2) e vedendovi crescere un albero carico di miliardi, televisioni, legge Mammì, lodo Mondadori, giudice Squillante, villa di Arcore e altre cosucce poco chiare. Dopo la disfatta elettorale, al momento di riprendere in mano il suo impero, fu misconosciuto dai suoi amministratori delegati e dai figli (pare che questi ultimi si fossero legati al dito un giuramento sulle loro teste) e, anche per questa ragione, costretto alla fuga ad Hammamet. Anche il fido Galliani cadde in disgrazia e fu sostituito alla presidenza della Lega calcio da un manichino della Standa, che si rivelò essere di migliore presenza e spirito. Negli ultimi anni è tornato un forte interesse per la figura di quest'uomo. L'attuale segretario dei Ds, in un convegno ("Il socialismo da Marx a Bush IV"), lo ha definito "figura eminente di statista e padre putativo della sinistra moderna", e il presidente della repubblica Vittorio Emanuele di Savoia ne ha richiesto le spoglie alle autorità tunisine per traslarle al Pantheon.