Se consideriamo l’insieme dei voti delle liste dei candidati presidenti del centrosinistra (quelle di toscana democratica, con Martini e quella di rifondazione comunista, con Ciabatti) vediamo che percentualmente hanno preso il 49,2%, contro il 49,3% della lista di centrodestra con il candidato Antichi. Siamo quindi ad una parità degli schieramenti che si sono confrontati. Se poi confrontiamo questi dati percentuali con gli analoghi schieramenti delle precedenti elezioni Regionali vediamo che il centrosinistra (41.9% nel 2000) avanza percentualmente del +7.3%, il centrodestra (54,1% nel 2000), perde il –4.6%. Anche il confronto con le Europee dell’anno 2004 ci porta ad un avanzamento della lista del centrosinistra (41% europee) pari a +8,2. Inoltre, sempre con i dati regionali ultimi vediamo che i due schieramenti (voti ai candidati), nei singoli comuni hanno maggioranze nette così ripartite: al centrosinistra Portoferraio, Marciana Marina, Rio nell’Elba; Porto Azzurro potremmo considerarlo in parità; al centrodestra Campo, Capoliveri, Marciana, Rio Marina, ma con l’aggravante, che nei primi tre di questi comuni, pur mantenendo la maggioranza, il centrodestra ha perso il - 6,15% ed il centrosinistra ha guadagnato il +22.4% rispetto alle precedenti regionali, estendendo il proprio consenso in aree elettorali tradizionalmente collocate in modo moderato; fenomeno che già si era manifestato lo scorso anno nelle elezioni comunali e che aveva vinto al centrodestra comuni come Portoferraio, Campo, Capoliveri e Marciana. In quell’occasione avevamo parlato appunto di un centrosinistra “nuovo”, allargato o “espanso” a settori importanti della società elbana, ceti medi produttivi e professionali e che rappresentava la vera novità politica elbana: si rompeva con il vecchio schema dell’Elba occidentale al centrodestra e quella orientale al centrosinistra. Ad una lettura “politica” di questi dati percentuali possiamo ritrovare molti di quei cambiamenti e segnali che avevamo letto nei risultati del giugno scorso quando il centrosinistra ha conquistato ben 5 comuni e la maggioranza dell’elettorato elbano. Segnali che il centrodestra si è ben guardato dal cercare di comprendere, continuando a insistere proprio su quelle politiche che alla prova dei fatti sono risultate deleterie per la realtà isolana: non collaborazione istituzionale, separatezza dell’Elba dal contesto regionale, arroganza del potere, demagogia elettorale ecc. Intanto c’è un riconoscimento ed un giudizio chiaro e positivo sul ruolo di governo di Toscana democratica e una smentita di quelle posizioni del centrodestra che contrapponevano la realtà isolana alle politiche d’integrazione regionale ed europea promosse in sede Regionale e che sole possono consentirci di misurarsi ed affrontare con posizioni di vantaggio le moderne sfide della competitività; c’è inoltre, per citare le più significative, un riconoscimento alle politiche di governo di promozione e tutela del territorio, che all’Elba vede come fondamentale una politica di gestione con una visione unitaria delle risorse attraverso un serio coordinamento degli strumenti di pianificazione urbanistica: non dimentichiamo che alla vigilia del voto i Sindaci del centrodestra hanno pretestuosamente respinto la firma del protocollo per avviare, certo nel rispetto dell’autonomia comunale, le procedure organizzative ed amministrative per l’elaborazione del piano di coordinamento territoriale. Senza dimenticare gli attacchi alla posizione della Regione contro la legge governativa sul condono dell’abusivismo edilizio che se non respinta avrebbe riacceso l’istinto”deregolamentatore”, per un’ennesima aggressione al territorio elbano. Non ultima la vicenda del Parco Nazionale, lasciato dal centrodestra alla gestione commissariale per interessi di schieramento, rifiutando un’intesa con la stessa Regione Toscana per la scelta di un Presidente e facendone pagare il prezzo dell’immobilismo e della paralisi alla comunità isolana, che invece da un Ente Parco funzionante e pienamente legittimato potrebbe trarne enormi vantaggi sul terreno della valorizzazione e promozione delle sue risorse naturali e culturali ed economiche. Certo l’Elba manda anche un messaggio alla Regione, chiede, a più ragione oggi che con la vittoria del centrosinistra respinge le politiche di separatezza e isolazionismo del centrodestra, di essere inserita nei suoi programmi ed interventi di sviluppo e di modernizzazione dell’economia toscana, specie nel settore turistico, nell’agricoltura e nella media impresa, dove maggiormente si fanno sentire i morsi del declino economico del paese Italia, per i temibili concorrenti asiatici e per l’assenza di politiche ricche di innovazione, formazione e di quei valori aggiunti, che rendano giustizia della qualità ed originalità dei nostri territori e prodotti sui mercati internazionali. Chiede che si sviluppi un’adeguata politica dei collegamenti, aerei, marittimi e terrestri e delle infrastrutture viare e portuali, considerata oggi essenziale e decisiva per aumentare competitività di prezzo e qualità dei servizi. Dobbiamo chiedere una più marcata e diretta presenza della Regione per garantire un’efficiente presenza pubblica nei collegamenti marittimi, considerati un bene primario per la vita sociale e la realtà economica dell’isole, come sulle politiche scolastiche e formative o sui servizi. Vediamo ora cosa è successo all’interno dei singoli schieramenti. Il primo dato rilevante, nel centrosinistra, è il successo conseguito dal neonato Ulivo, cioè la cosiddetta federazione Margherita, DS, SDI, Repubblicani, che dal 28,3% delle Europee passa al 34,2%, con un +5,9%, mentre nell’area della sinistra radicale (verdi, pdci, prc, idv), che dal 12.61% delle Europee passa al 13.31% odierno, si sono avvantaggiati i Verdi e il PdCI, a discapito del PRC, che forse paga la sua collocazione fuori della maggioranza dell’Ulivo alla Regione. L’Ulivo elbano è quindi il vero vincitore e si conferma come “potenziale gabina di regia politica”, per consolidare ed estendere il peso ed il consenso di uno schieramento di governo alternativo al centrodestra. Sarà compito in particolare dei DS, della Margherita, dello SDI e Repubblicani promuovere e far decollare la Federazione dell’Ulivo qui all’Elba. Questa non potrà e non dovrà essere intesa come un adempimento burocratico in ottemperanza alle indicazioni continentali di questi partiti, ma dovrà produrre localmente un progetto di governo, un soggetto politico nuovo, un’aggregazione federale, effettiva, di forze sociali, politiche, culturali elbane, quelle forze che sono già scese in campo in queste tornate elettorali, che hanno assunto responsabilità di governo negli enti locali, che si sono poste obiettivi e programmi nuovi. L’Elba attende che si proceda in questa direzione, che si dia vita ad una fase costituente di questo nuovo soggetto e che contestualmente si approfondiscano e si sviluppino proposte di governo, progetti e programmi in grado di stimolare la crescita e la modernizzazione democratica dell’isola. Senza questo “nuovo inizio politico” non si risponde alla domanda di governo e di partecipazione che si è espressa nel voto per il centrosinistra. Anche nell’area della sinistra radicale possono essere intravisti processi nuovi di collocazione e posizionamento: mi sembra che escano battute le posizioni più “antipolitiche” ed “antinuitarie”, quelle che rifiutano la politica come mediazione, come dimensione positiva dell’agire, come dimensione che interviene concretamente nei processi di cambiamento, per orientarli e finalizzarli ad obiettivi democratici e valori condivisi e compatibili socialmente. Il risultato dei Verdi ed in qualche misura del PdCI premia queste posizioni più filo governative ed unitarie. Al contrario del risultato del PRF, che in Toscana ed anche all’Elba ha posizioni politiche meno governative e che lo collocano più su un versante autoreferenziale, e per questo ha avuto un risultato meno brillante di quello registrato nazionalmente. A questo proposito abbiamo seguito con interesse la svolta governativa Bertinottiana (non più desistenza, ma alleanza di governo con l’ulivo), pur se improntata ad un forte idealismo etico e sociale (pace, non violenza) e che ha prodotto il successo personale e politico di Vendola in Puglia. La sfida è quella di far convivere valori e principi fondamentali, quali la pace, la giustizia, la solidarietà, con le politiche concrete, con le responsabilità di governo dirette, che chiamano in causa le condizioni di vita materiali delle persone, dei loro interessi economici sociali e culturali e verso le quali dobbiamo produrre risposte e soluzioni credibili ed efficaci. Con questo voto, a fronte delle delusioni e delle mancate promesse del centrodestra, ma anche per l’aggravarsi di problemi sociali ed economici, l’Elba chiede al centrosinistra ed in particolar modo all’Ulivo di farsi interprete coerente di questa esigenza di governo e lo ha fatto confermando la spinta ed il sommovimento politico espressosi già nelle elezioni dello scorso anno. Ma sappiamo tutti che non basta vincere, anche se condizione necessaria, ma non sufficiente, bisogna anche governare, cioè affrontare i problemi con impegno costante e responsabilità.
marciana via
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Giuseppe Pino Coluccia