"Un'eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni fatte durante l'inchiesta sui presunti illeciti edilizi all'isola d'Elba – recita una nota d’agenzia - è stata sollevata dai vari legali della difesa stamani nell' udienza preliminare davanti al G.U.P. di Genova, per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal procuratore aggiunto Mario Morisani e dal sostituto Paola Calleri nei confronti di 10 indagati". Le intercettazioni come ricorderanno i lettori avevano fornito i testi di conversazioni molto disinvolte tra gli indagati ed avevano consentito agli inquirenti di ricostruire tutta la storia di quelli che definimmo “Abusi Eccellenti”, e se venissero a cadere come prova sarebbe un colpo duro per l’accusa. Per questo il Sostituto Procuratore Calleri si è riservato di presentare una memoria relativa alle intercettazioni e alla richiesta di acquisizione della sentenza del Tribunale dei ministri sulla posizione del ministro dell'ambiente Altero Matteoli (interrogato dal Tribunale dei Ministri per una presunta interferenza nel caso) avanzata dal difensore dell'ex prefetto di Livorno Vincenzo Gallitto, l'avvocato Nunzio Raimondi. La memoria del sostituto Calleri dovrebbe essere depositata prima della prossima udienza, fissata per il 21 aprile, davanti al gup Vincenzo Papillo. Tra gli indagati come noto figurano, a vario titolo, l'ex capo dei GIP livornesi Germano Lamberti, l'ex prefetto di Livorno Vincenzo Gallitto, l'ex prefetto di Isernia Giuseppe Pesce, già vice di Gallitto nella citta toscana, e già Commissario di Governo del Comune di Rio Marina, oltre agli imprenditori edili pistoiesi Franco Giusti e Fiorello Filippi, il sindaco di Marciana (Livorno) Luigi Logi, e l'ex dirigente dell'ufficio tecnico del comune di Marciana, Gabriele Mazzarri. Non è la prima volta che la difesa si appella alla presunta illiceità delle intercettazioni telefoniche. La questione era già stata sollevata sia dai difensori dei due imprenditori che dai legali di Germano Lamberti davanti al Tribunale del riesame per ottenere l'annullamento delle ordinanze di custodia cautelare a carico dei loro assistiti diposte dal GIP genovese Maria Califano nel settembre 2003. Gli avvocati avevano contestato l'assenza di presupposti per l'applicabilità dell'articolo 266 del codice di procedura penale, ma il Tribunale del riesame, con una motivazione di 19 pagine, le aveva invece dichiarate pienamente utilizzabili, ritenendo così insussistenti le contestazioni della difesa. L'inchiesta sui presunti illeciti edilizi all'Elba, nata a Livorno, era stata trasferita alla procura di Genova, dato il coinvolgimento del giudice toscano Lamberti. L'inchiesta genovese si era poi allargata anche a Matteoli, che secondo l'accusa avrebbe avvisato il prefetto Gallitto che c'era un'inchiesta a suo carico. Da Genova poi, gli atti relativi a Matteoli sono approdati al Tribunale dei Ministri della Toscana secondo il quale però, se davvero le ipotesi contestate fossero sussistenti, si tratterebbe di reati non connessi alla funzione ministeriale di Matteoli. Nessun ministero e nessun ente locale si è costituito parte civile nel procedimento. L'udienza preliminare che si era aperta il 9 febbraio scorso era stata subito rinviata al giorno 11 aprile per dare comunicazione agli Enti che avevano facoltà di costituirsi come parti offese. Tra questi figuravano la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i ministeri della Giustizia, dell'Interno e dell'Ambiente, la Regione Toscana, il Comune di Marciana e di Rio Marina. Ma proprio da Rio Marina giunge un comunicato di segno opposto: "In relazione all’udienza che si tiene a Genova - vi si afferma - sulle note vicende che hanno interessato anche una proprietà immobiliare ricompresa nel Comune di Rio Marina, quest’Amministrazione -considerata la sua posizione di parte lesa individuata dalla Procura di Genova- a tutela della propria immagine intende esercitare la facoltà di costituirsi parte civile, non appena a conoscenza delle decisioni assunte all’esito dell’udienza preliminare che delineerà definitivamente le posizioni dei diversi soggetti coinvolti nella vicenda processuale, con ciò consentendo una valutazione più consapevole e puntuale in ordine alle eventuali responsabilità soggettive". E un’altra nota di agenzia recita: “In aula stamattina ci sono i due costruttori Giusti e Filippi oltre all'ex prefetto di Isernia Pesce, mentre Gallitto sembra che sia assente per motivi di salute. ”Noi siamo tranquilli - ha detto Giusti prima dell' udienza - La verità è come l' olio nell' acqua, viene a galla - ha proseguito Filippi - e i nostri affari vanno meglio di prima”. Pesce ha dichiarato a sua volta: “Tutta questa storia è pazzesca. Io abito in un appartamento in affitto da dieci anni ed ho sempre vissuto del mio stipendio”. E’ vero, la storia è pazzesca in ogni caso: sia che abbiano ragione gli indagati, perché gli inquirenti genovesi avrebbero preso una cantonata pazzesca, sia che le accuse siano dimostrate perché pazzesco sarebbe il livello di permeabilità alla corruzione di troppe istituzioni. E la nota finisce inquietante: “Insieme a loro era indagato l'ingegnere Uberto Coppetelli, morto precipitando con il suo aereo da turismo nella zona di Castiglione della Pescaia (Grosseto) nel luglio 2004.”
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