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Controcopertina: Condono Edilizio all'Elba, I Comuni ignorano Regione e Parco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 12 aprile 2005

Con una lettera del 24 marzo, il nuovo Dirigente dell’Ufficio Gestione e Sviluppo del Territorio e Opere Pubbliche del Comune di Portoferraio, comunica al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che L’Ente che deve proteggere il territorio da abusi non deve mettere il becco sui condoni edilizi nell’Area Protetta. Naturalmente, è il senso della lettera dell’Architetto Parigi, il Comune risolverà per conto proprio le “procedure ormai annose”. Lo stesso atteggiamento e richiesta della precedente Amministrazione di centro-destra e del precedente Responsabile di Area: l’Architetto Maltinti. Andiamo bene. Si vorrebbero, così, scaricare sul Parco, colpe, ritardi e omissioni dei Comuni che hanno trascinato le richieste di condono per anni e che, ora, vedono il Parco come un fastidioso ingombro verso una sanatoria tombale.. Eppure, secondo la Legge Toscana sul condono – ma anche per quelle distruttive di Berlusconi – nelle aree protette e a vincolo ambientale e paesaggistico – e particolarmente nei Parchi – il condono non sarebbe applicabile. Ma all’Elba molti Comuni sembrano fare orecchi da mercante. Secondo i dati resi noti dalla Forestale mesi fa, nei tre Comuni dell’Elba occidentale sarebbero circa 200 gli abusi accertati; dati più recenti sulle domande di condono ci dicono che nei restanti Comuni elbani la situazione non è migliore: a Portoferraio saremmo a quota 91 richieste di condono, a Rio nell’Elba a 71, a Capoliveri a 133, 73 a Porto Azzurro, a Rio Marina 91. Più o meno 700 domande di condono, alle quali si devono aggiungere quelle pendenti dei precedenti condoni, o posdatate truffaldinamente per rientrare nei condoni. Quante di queste richieste di condono, vecchie e nuove, rientrano nel perimetro del Parco Nazionale o in altre aree a vincolo? Eppure, molti dei Comuni elbani – così come vorrebbe oggi fare Portoferraio – non risulta abbiano inviato al Parco le richieste di condono, per l’obbligatorio parere e nulla-osta, così come prevede espressamente la normativa vigente. Come è possibile? E come è possibile che nessuno, tantomeno gli organi comunali competenti, si sia accorto di questa impressionante mole di costruzioni abusive? Cosa intende fare il Parco Nazionale per accertare - finalmente e dopo aver accettato negli anni scorsi che baracche abusive dentro l’Area Protetta venissero trasformate in muratura - quanti manufatti abusivi e in condonabili sono stati realizzati dentro l’Area Protetta?


legambiente abuso capoliveri 5

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