Dobbiamo ancora rimetterci dalla non preventivata epifania di Berlusconi a Ballarò (assessore no non s'era vestito da Befana fa abbastanza onco così "nature"). Il trapiantato dopo le cenciate di lunedì scorso sta evidentemente correndo ai ripari. Accortosi che il tracotante astenersi dal confronto non paga ha deciso (forse con il dosaggio giusto dei suoi esperti) di cambiare tattica. Avremmo da ridire sul clima un po' troppo ridanciano della trasmissione sul fatto che D'Alema trattasse il cavaliere non come il pericolosissimo avversario che è, ma come un alunno ciuco, mentre il nostro (il nostro? no, facciamo il loro) sparava le usuali minchiate, ma vogliamo solo tornare a ricordare un passaggio che ci è parso significativo. Ad un certo punto della trasmissione D'Alema si è preso un applauso e il Cavaliere stizzito ha apostrofato una signora plaudente accusandola (non sappiamo su che base, forse dall'aspetto) di non aver neppure capito quello D'Alema aveva detto. Ciò ha dimostrato inequivocabilmente due cose. La prima è che l'educazione nel dire può nascondere una rozzezza d'animo ed una arroganza infinite. La seconda è che la signora era certamente più educata di chi la rimproverava. Un "Come si permette, cafone?" sarebbe stato più che giustificato.