Nonostante si siano tenuti in un orario lavorativo (a partire dalle 10 di venerdì 1° Aprile) i funerali di Leonardo Bigio, iniziati con un rito officiato presso la Chiesa Parrocchiale di S.Giuseppe a Portoferraio, hanno visto partecipare molte persone. Hanno indubbiamente toccato il sentimento della comunità cittadina la improvvisa scomparsa di una persona ancora giovane e le modalità nelle quali è maturata. A tumulazione dello sfortunato sub avvenuta, nel Cimitero Comunale, è impossibile esimersi da un ragionamento sulla catena di disgrazie accadute nel limitato specchio acqueo di Punta Penisola, le singolari analogie tra alcuni degli incidenti che, in un limitato spazio temporale hanno visto perdere la vita a cinque sub, tutti apneisti, tutti piuttosto esperti e tutti portoferraiesi (e quindi buoni conoscitori dell'ambiente in cui stavano operando). Ce ne sarebbe (riteniamo) abbastanza per far seguire allo sgomento concreti atti preventivi sia puntando sul luogo che sull'attività. Dimostrato, tanto per iniziare, che l'attività degli apneisti è oltremodo rischiosa, servirebbe una regolamentazione dell'esercizio delle attività sub che prevedesse accurate visite mediche per testare la perfetta idoneità fisica, unite ad indicazioni comportamentali obbligatorie quali l'immergersi su determinati fondali sempre con un compagno o quanto meno con natante d'appoggio, dove resti chi sappia come intervenire in casi di emergenza. Per quato riguarda poi il ritornante teatro delle disgrazie (troppe per tirare in ballo la casualità) sarebbe forse il caso di promuovere un accurato studio ambientale, che tenesse conto dei fattori di rischio, ad esempio di "termiche" (correnti con sbalzi di temperatura) eventualmente presenti, fenomeni di inusuale trasparenza delle acque che conducono ad errate valutazioni di profondità e quant'altro può mettere in difficoltà il fisico degli apneisti o confonderne i sensi. E sarebbe forse questo il modo vero di onorare la memoria di Leonardo e degli altri quattro giovani
Bigio recupero salma 4