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Citazioni e tagli involontari

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 31 marzo 2005

Carissimo Sergio, deh, ho proprio "Citato" male ma non per questo spero di essere per divenuto il Cita dell'Isola verde & Blu. Il fatto è che soffro di una grave forma di dislessia, ormai conclamata ed irreversibile che mi spinge a scrivere, ad esempio, le parole con tutte le consonanti e le vocali giuste ma site in posti sbagliati. Per fortuna c'è il correttore automatico nel pc che me ne salva molte ma, per quanto riguarda nomi e cognomi, non c'è nulla da fare, sbaglio, li confondo fra di loro, li sostituisco l'uno all'altro specialmente quando hanno attinenze particolari e vicinanze. Nelle poche righe che ti avevo inviato, adombrandomi per l'accusa di mafiosità elargita così a buon prezzo agli elbani, e respingendola fortemente, ho mentalmente citato lo Sciascia ed ho invece cambiato il suo cognome con quello di Silone. Dislessia pura, credimi. Avendo letti entrambi, conosco le differenze. A questo puntola domanda sorge spontanea: perché non hai sostituito il nome sbagliato dello scrittore inserendo quello appropriato e non hai pubblicato il mio intervento? Tante volte hai modificato, ed ancoram te ne sono grato, le mie note per evitarci una querela certa e sicura. Potevi farlo anche questa volta, evitando una figuretta ad un Amico e dando calore e colore al tuo ottimo giornale. Non lo hai pubblicato quindi, ma non rinunci ad utilizzarlo per una giusta presa in giro per la quale, credimi, non mi sento affatto offeso. Anzi. Di tutta questa storia l'unica cosa che mi dispiace è che tu non sia intervenuto, forte della tua profondissima conoscenza delle cose del mondo, a favore di una persona che è sempre stata ospite del tuo giornale e che forse meritava un momento di riguardo. Chi mi legge abitualmente mi avrà perdonato, ne sono certo. Chi non mi sopporta per le mie idee politiche avrà un motivo in più per trovare conferma alla sua avversione. Se pensi che in un articolo pubblicato su Lisola ho addirittura sistemato il coro pucciniano, quello a bocca chiusa della Madama Butterfly, in bocca agli ebrei in fuga nell'Egitto, capirai la gravità della situazione, grave ma non seria, per fortuna. Un caro abbraccio, con la simpatia immutabile di sempre. Bruno da Tel Aviv Caro Bruno Quanto alla mancata pubblicazione non c'è stata alcuna censura preventiva, trattavasi invece di semplice errore, uno di quelli che ultimamente si vanno infittendo per due cause: il naturale e giusto tasso di rincoglionimento del Direttore di questo giornale che progredisce con l'età ed il volume costantemente crescente di materiale che arriva in redazione. Il tuo articolo (con il quale non ero affatto in sintonia ma che avrei, come più o meno sempre pubblicato) era stato "sterzato" su un giorno diverso da quello di arrivo ed è riemerso fatalmente solo molto dopo la pubblicazione su altri siti. Ora, tu sai benissimo che io non ho affatto la cultura dell'esclusiva, e non faccio aggiornamenti se non in casi eccezionali, ma disponendo di un mezzo assai veloce non posso arrivare "dopo la musica". Il pezzo era poi uscito su Camminando, che ha un "parco lettori" in molti casi sovrapponibile a quello di Elbareport (tanto è che spesso nel salotto di Fabrizio si fa riferimento spesso a questo giornale). Quanto alla presa per i fondelli, eccheccazo no, a quella non potevo rinunciare, mi diverto come un matto quando scopro le favate che scrivo io e non esito ad autosputtanarmi! Mi dispiace anzi di non aver notato il tuo "Coro Muto Ebreo" Pucciverdiano, ci si poteva costruire su un notevolissimo a sciambere. Spero ti bastino queste scuse, e che non mi chiederai soddisfazione dandomi appuntamento per l'alba di venerdì prossimo sotto il cartello degli sconti della Moby lasciandomi la scelta dell'arma. Tanto lo prenderei per un Pesce d'Aprile e non ci verrei


Sergio Rossi Bruno Paternò Moby Lines cartello

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