“I consiglieri comunali di minoranza di Portoferraio, Simone Meloni e Roberto Marini, denunciano all’attenzione dell’opinione pubblica locale la grave decisione della maggioranza di anticipare i tempi dell’aggravio della Tarsu. Il Comune – ha sottolineato Meloni – vuole precorrere i tempi e penalizzare l’economia isolana, che già attraversa una fase difficile e delicata, introducendo l’aggravio della Tarsu fin da subito. Per legge, al contrario, sarebbe possibile attendere l’anno prossimo e verificare l’eventualità di una proroga, peraltro già concessa dal governo. Si calcola che l’importo della Tarsu aumenterà mediamente del 30% con punte intorno al 60% per le attività produttive: ciò si verifica con la trasformazione da tassa a tariffa. In una congiuntura nella quale già l’edilizia e l’urbanistica subiscono uno stallo assai gravoso, di tutto ci sarebbe bisogno a Portoferraio tranne che di anticipare un provvedimento che non può che deprimere ulteriormente l’economia all’isola d’Elba. Ancora una volta così la sinistra dimostra di essere insensibile davanti alle reali esigenze della collettività, dei cittadini, degli imprenditori, del mondo del lavoro. Come se la priorità fosse quella di “spremere” il più possibile e prime possibile i contribuenti, trattati come oggetto e non come soggetto in rapporto alle istituzioni. Forza Italia ha una concezione diametralmente opposta e continuerà a battersi per limitare queste inutili forzature da parte della sinistra”. Oltre alla richiesta di proroga della Tarsu, la nota a firma congiunta Meloni&Marini dice anche altre cose sui movimenti interni ai gruppi consiliari del centro-destra. Movimenti che rafforzano il gruppo di Fuochi articolando la separazione forzista. Se oggi può fare notizia che Meloni e Marini firmino insieme un documento è perché il loro è un incontro sui banchi dell’opposizione. I due sono nell’alveo del centro-destra ma non provengono dallo stesso gruppo elettorale: Meloni si è candidato con Fuochi; Marini con Ageno la cui lista, “Portoferraio la tua città”, aveva ricevuto crismi e simboli di Forza Italia, consegnati dal coordinatore regionale Denis Verdini all’allora assessore esterno ed uscente Alberto Fratti, che questa volta scendeva in campo. Meloni&Marini è inoltre una notizia che nell’ambiente politico può gridare ancora di più in ricordo del clima di accesa rivalità elettorale fra le formazioni che ambivano entrambe a presentarsi come IL centro-destra agli elettori; un centro-destra peraltro ancor più articolato dalle separazioni interne ad An. Forse sofferente nel gruppo delle “teste d’uovo” della passata amministrazione, una volta eletto Marini ha più volte dato l’impressione di estraneità al gruppo formato dall’ex vicesindaco Chiari, dagli ex assessori Fratti, Bertucci, Giardini. O, viceversa, l’incapacità a includere in quel pezzo di vecchia giunta il nuovo consigliere, che già dall’impegno della campagna elettorale aveva mostrato di fare molto sul serio. Firmando con Meloni il documento che termina con una rivendicata e sottolineata appartenenza a Forza Italia, Marini sembra voler comunicare una volontà a superare gli steccati, o piuttosto una scelta di campo, una nuova collocazione, una presa di distanza dal gruppo degli ex, gruppo amalgamato nel frullatore della storia degli ultimi anni. E il salto di Marini ci potrebbe stare.
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