Vogliamo proporre alcuni brani inediti raccontati dal Geom. Ivio Lubrani, illustre concittadino, relativi a fatti avvenuti e vissuti durante la Seconda Guerra Mondiale all’Isola del Giglio. Ricordiamo che il Lubrani essendo nato nell’anno 1932 era all’epoca adolescente e quindi i fatti da lui trattati risuonano come ricordi significativi che hanno senz’altro lasciato un segno indelebile nella sua memoria. A.A. “Il 10 giugno 1940 l’Italia di Mussolini dichiarava guerra alla Francia ed Inghilterra, alleandosi con la Germania. Tutte le operazioni si svolsero fuori dall’Italia sino alla data dell’8 settembre 1943 quando Badoglio annunciò l’armistizio con l’Inghilterra e l’America quest’ultima entrata in guerra a fianco di Inghilterra e Francia, nel momento in cui gli “Alleati” avevano occupato gran parte della Sicilia e si stavano accingendo ad invadere la Calabria ed il resto dell’Italia. Sino a quella data, con la mentalità di un adolescente, era difficile immaginare la tragicità della guerra, e tutte le notizie che si avevano attraverso una radio a batterie nel bar di Gigi venivano recepite come un film visto in una sala cinematografica. I Gigliesi con il loro stato di insularità vivevano la realtà ancora più distaccata rispetto a coloro che vivevano in Continente. Sembrava infatti che tutto quello che accadeva in Italia non potesse mai interessare il Giglio e l’espressione usata era questa “qui possiamo dormire su sette guanciali”. Evidentemente ci eravamo sbagliati. La sera dell’8 settembre 1943, intorno alle ore 20 in un cielo terzo, da “sotto i cannoni” (sotto le mura di levante di Giglio Castello) era possibile individuare Civitavecchia da dove partivano traccianti antiaerei mentre una battaglia fra caccia tedeschi e caccia italiani si stava svolgendo lungo il canale dell’Argentario. “Ma noi potevamo dormire su sette guanciali”. Era invece l’inizio di uno dei più brutti periodi (seppure non tragico) anche per gli abitanti dell’Isola del Giglio. Nella sala dei Lombi dove si trova ora la discoteca, era stata installata una guarnigione di “militi” (esercito voluto da Mussolini) che aveva il compito esclusivo di “allarme aereo” per le zone del Continente (da Civitavecchia a Livorno), nel senso di segnalare tempestivamente l’avvistamento ed il transito di aerei nemici in modo da consentire alle popolazioni di scendere nei rifugi antiaerei non appena fosse suonata la sirena il cui suono lugubre era difficile dimenticare. Mio babbo Francesco era uno dei sei militi; erano muniti di una radio ricetrasmittente che funzionava a batterie la cui ricarica, mancando al Giglio l’energia elettrica, avveniva a mezzo di una dinamo azionata a pedali tipo ciclette, ma la posizione dell’uomo non era quella da ciclista ma supina sopra una specie di sdraio. Gli avvenimenti bellici si incalzavano e gli Alleati stavano lentamente salendo verso Cassino. Il 26 aprile 1944, in un lunedì di Pasqua, a Grosseto una squadriglia di fortezze volanti bombardò e mitragliò la zona di Piazza De Maria dove nel pomeriggio (intorno alle ore 15) si erano radunate centinaia di persone con i loro bambini sulle giostre. Ci furono un’ottantina di morti. Ricordo bene questa data perché il 28 giorno successivo dovevo andare in Seminario per farmi prete e questa circostanza fece si che tutti i programmi saltassero per sempre. Potei incominciare gli studi (esame di ammissione alle Medie) soltanto nel giugno 1945 a guerra finita e le medie ad ottobre 1945. Il giorno 8 dicembre 1943 ci fu il primo bombardamento a Porto S.Stefano che causò circa ottanta morti. Il cerchio si stava stringendo e noi Gigliesi incominciammo ad avere paura di diventare anche noi bersaglio dei bombardamenti. Ed ecco infatti puntuale il 15 gennaio 1944 il primo bombardamento a Giglio Castello; il timore era diventato una tragica realtà. Da quella data e sino al giugno 1944 il Giglio fu bersaglio continuo di bombardamenti, anche quattro in una sola giornata. Si trattava della solita squadriglia composta da quattro caccia leggeri che venivano dalla Corsica (francese ma in mano agli Inglesi), compivano il loro raid, sganciavano in picchiata le due bombe di cui era equipaggiato ciascun aereo e ritornavano in Corsica. Questa situazione si protrasse sino al giugno 1944 (se la memoria non mi tradisce), periodo questo in cui gli alleati erano arrivati in prossimità di Civitavecchia e poco dopo da noi. Ma ecco i dettaglio i principali avvenimenti che si sono scolpiti nella mia mente come in uno stampo indelebile. (continua)
torre del giglio porto