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Caput Liberum, i criteri di valutazione del concorso

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 23 marzo 2005

Quale esponente politico della Caput Liberum, mi sento costretta a rispondere alle molte critiche ricevute sui modi e sul criterio di valutazione del concorso tenuto per un impiegato part-time, sperando così di poter fare chiarezza e, se possibile, porre fine a queste innumerevoli “chiacchiere”. Prima di entrare nel merito del discorso voglio precisare quale è per me l’idea di lavoro e cioè qualcosa di sociale, necessario, in quanto compie un’azione vivificatrice nei confronti dell’esistenza umana, un agire motivato dalla possibilità della sua trasformazione in denaro, e quindi deve essere comune a tutti. Ho ritenuto così doveroso, ma soprattutto giusto ed opportuno, dare una rilevanza pubblica alla domanda, al fine di individuare la persona con caratteristiche idonee all’impiego. La società si è imposta così un nuovo modello di inserimento dei lavoratori, basato sulla trasparenza, notifica al pubblico, qualità operativa, professionalità, esperienze lavorative precedenti, senza tralasciare la condizione economica, principi questi che a Capoliveri erano dimenticati da anni, e non esisteva più alcun interesse per la collettività. E’ importante far notare che la valutazione è stata fatta con criteri oggettivi (e quindi escludendo qualsiasi intervento soggettivo), dando un punteggio ad ogni voce della scheda e creando una graduatoria in base alla verifica dei requisiti degli individui. La Caput Liberum, nonostante abbia un capitale a maggioranza pubblica, può agire come un privato, ed evitare tutte le complicate e lunghe procedure burocratiche che “legano” un ente pubblico. Il concorso è stato quindi una volontà, non una necessità, la scelta di dare un’evidenza pubblica alla ricerca di personale è stata fatta per dare la possibilità a più persone di partecipare, in modo che l’assunzione, almeno da oggi, possa ricadere su un individuo con un patrimonio culturale e di esperienze tali da giustificare l’incarico. Molte sono state le domande inoltrate che ci hanno permesso di conoscere caratteristiche professionali di alcuni, altrimenti sconosciute. Da ciò ne è nata una graduatoria che non verrà persa, la società ne terrà di conto per altri eventuali lavori,chiamando la persona che meglio risponderà all’esigenza richiesta. Le molte ed “infinite” critiche che la società ha avuto mi hanno molto amareggiata, soprattutto sapendo di avere agito con la convinzione di aver fatto una cosa giusta. Presupposto della democrazia è il riconoscimento dei diritti di libertà di ogni essere umano, sia come singolo sia come membro di una collettività, tra queste libertà c’è la facoltà di esprimere i propri pensieri, opinioni su ogni aspetto della vita sociale e politica. Una società può definirsi realmente democratica quando nei membri che la compongono vi è la consapevolezza di agire sempre nel rispetto dell’altrui persona, senza infastidire, o condizionare o limitare le scelte altrui, motivati non solo dalla normativa, ma anche dalla volontà personale. Le critiche, se fatte nei modi e nei termini giusti possono essere costruttive, ma non vorrei che queste fossero solo dei contrasti ideologici basati su forme mentali precostituite.


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