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Faita: nel 2004 calo di presenze del 18%, colpa dei traghetti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 09 marzo 2005

Sono stati ufficialmente illustrati, nel giorni scorsi, dall’assessore provinciale al turismo Fausto Bonsignori, i dati relativi al movimento turistico registrato nell’anno 2004. Il primo dato che risulta immediatamente evidente è il calo complessivo di presenze, a livello provinciale, rispetto all’anno precedente. Però, mentre il calo, in tutta la provincia, è appena dello 0,84%, sull’isola esso appare assai più rilevante, con punte, in certi comuni, di quasi il 18%. Allora, se all’Elba la diminuzione è stata molto più sensibile, è chiaro che sul continente i dati sono stati decisamente positivi ed hanno controbilanciato l’andamento negativo dell’Elba. Un altro dato che colpisce è la discrepanza tra l’andamento degli arrivi e quello delle presenze: a fronte di un aumento degli arrivi anche di oltre il 20%, in certi comuni si registrano decrementi di presenze che toccano anche il 15%. Perché gli arrivi aumentano e le presenze diminuiscono? Ovviamente, perché diminuisce il periodo di permanenza. E perché il periodo di permanenza si fa sempre più corto? In parte, di sicuro, ha giocato il diminuito potere di acquisto delle famiglie, con il passaggio dalla lira all’euro a partire dal 1° gennaio 2002. Nonostante i dati ufficiali abbiano segnalato aumenti irrisori del costo della vita, in realtà autorevoli istituti di ricerca e le stesse associazioni dei consumatori hanno denunciato tassi di inflazione assai più elevati. Senz’altro ha pesato pure la difficile congiuntura economica, sia in Italia che nei paesi di lingua tedesca, da cui proviene la stragrande maggioranza dei nostri clienti stranieri. Ma un ruolo non marginale va senz’altro ascritto alla politica tariffaria delle compagnie di navigazione, che praticano nei fine settimana (sabato e domenica) tariffe assai più elevate che nei giorni infrasettimanali. Ecco perché molti nostri clienti decidono di partire dopo o di rientrare prima o tutte e due le cose insieme, con conseguenze intuibili sui periodi di permanenza. Naturalmente, le società di navigazione sono imprese di diritto privato, che vendono un servizio e perseguono il profitto ed hanno dunque il diritto di praticare le tariffe che ritengono più opportune. Purtroppo, però, non sempre il loro interesse coincide con quello complessivo dell’industria turistica elbana. Consapevoli dell’importanza che riveste il costo del traghetto per chi decide di passare una vacanza all’Elba (specie per chi deve traghettare anche roulotte, camper, carrelli, ecc.), la nostra associazione, a scopo promozionale, per quest’anno, ha deciso di lanciare una campagna, con la quale le nostre aziende si sono impegnate a rimborsare il 50% del costo del traghetto ai clienti che rispettano determinate condizioni (relative al periodo di permanenza, ai giorni di arrivo e partenza, ecc.). L’obiettivo è di poter, un giorno, riuscire a rimborsare totalmente il costo del passaggio marittimo a quei clienti che si impegneranno a soggiornare per un periodo prestabilito e a traghettare in certi giorni della settimana. Quindi, per quanto ci riguarda, cerchiamo di fare la nostra parte. Sarebbe opportuno che tutti remassimo nella medesima direzione, imprenditori, compagnie di navigazione e amministratori, mentre iniziative come quella della “tassa d’imbarco” (in aggiunta a quella già percepita dall’Autorità Portuale), lanciata di recente dal Sindaco di Piombino, ci sembra che procedano in direzione diametralmente opposta. Bene hanno fatto il Presidente della Comunità Montana, Danilo Alessi, ed il Sindaco di Portoferraio, Roberto Peria, ad intervenire rimarcando che, con le difficoltà che sta incontrando la nostra industria turistica, questo è di certo il momento meno opportuno per proporre nuovi balzelli sulla testa dei nostri clienti.


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