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Prima e dopo l'8 marzo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 08 marzo 2005

E’ un lungo 8 marzo, iniziato il 7 per proseguire il 22 ed oltre, il percorso iniziato da alcune donne elbane riunitesi nella sala consiliare del Comune di Portoferraio, su inziativa dell’assessore alle politiche sociali Gina Truglio e della consigliera Cosetta Pellegrini. Un primo incontro informale e raccolto per dare vita ad un tavolo permanente che dia voce alle donne che vivono all’Elba. E’ questa la proposta che è emersa durante la discussione che si è protratta fino al tardo pomeriggio di Lunedì. Tante storie e testimonianze diverse, dalle donne impegnate in politica, nel sociale, nella scuola, nel sindacato. E’ stato un momento di conoscenza, dove il dialogo ha permesso di far emergere i vari aspetti di un tessuto elbano che è cambiato, che si è portato dietro una condizione diversa della donna, ancora però lontana dal raggiungimento di una reale parità. Toccanti gli interventi di chi, giunto da fuori dell’Elba, ha vissuto l’esperienza dell’integrazione, della conoscenza di una nuova cultura. Anna ed Amel (con i nomi semplificati dalla grafia italianizzata) hanno raccontato della loro difficile situazione di donne musulmane residenti nel “ghetto” degli Orti, della loro battaglia quotidiana complicata dalle pareti di latta di un container. Coraggiosa la storia di Paola, la mamma di Niki, che naviga per mare da tre anni, perché suo figlio ha una forma acuta di asma. Donne impegnate, sempre con lo sguardo sull’orologio, nipoti di quelle contadine curve dell’Elba agricola, madri di ragazzine di un’isola al bivio, arricchita e tardoturistica. Fissato per il 22 marzo un secondo appuntamento, da cui partiranno gruppi di lavoro e di approfondimento per arrivare ad una fase più propriamente propositiva. Il tavolo, che nel primo incontro ha privilegiato la comunicazione interna, di rodaggio, dovrebbe in seguito superare questo corto circuito comunicativo, recuperando anche quella parte di interlocutori (uomini, figli, istituzioni, etc,.) per questa volta lasciati fuori della porta.


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