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A Sciambere di A Sciambere

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 05 marzo 2005

Spett.le redazione Permettetemi di dire solo:"siete troppo forti!!!!!" Sono una bergamasca da poco immigrata all'Elba. Alcuni vocaboli o modi di dire non li capisco ancora perchè, ovviamente, facendo parte della tipica satira vostra,avrò bisogno di tempo, ma vorrei che perfavore mi spiegaste: "Cosa vuol dire A Sciambere?" Potrei chiedere tutte le spiegazioni del caso al bravissimo Alex Benaforti che conosco, ma preferisco denunciare pubblicamente la mia ignoranza. P.S. Mi propongo come" segretaria verbalizzante" alle spedizioni scientifiche sull'Isola di Montecristo. Chiara Ci perdoneranno gli altri lettori se abbiamo trascritto quello che di solito tagliamo, cioè la parte entusiasticamente elogiativa della missiva elettronica inviataci, che abbiamo assunto a mo' di grappino per scaldarci e tirarci su, in questo marzo del carzo, caratterizzato da un freddo lupo ululante, nel quale più che sentirci forti ci sembra di "aguantare il fiato co' denti" (tanto per far fare un po' d'esercizio alla nostra amica bergamasca). E visto che sono passati settecento numeri di Elbareport e passa dall'ultima volta che lo abbiamo spiegato (ridendo e scherzando sono due anni e mezzo che infliggiamo queste cronache) ritorniamo a svelare l'origine dell'espressione "a sciambere". Iniziamo dalla pronuncia corretta e dall'etimo: sciàmbere parola con l'accento sulla "a" deriva da un termine francese "chambre" che significa camera. Detto così parrebbe non entrarci un piffero con lo spirito della rubrica, se non si contestualizza, quindi procediamo. Orbene, stavasi in Rio Marina molti anni fa un valente tecnico straniero, francofono, impiegato presso le miniere. Costui, che aveva preso alloggio in una camera del paese, al termine del suo lavoro si recava, un giorno sì e l'altro invece anche, in una enoteca dell'epoca sempre mostrando di gradire assai l'asprigno e generoso vino d'isola. Il risultato invariabile era che all'ora di chiusura quando il nostro eroe veniva stanato, egli usciva completamente ebbro (briaco lesso) e vagava obnubilato (assessore non si preoccupi: poi le mandiamo una versione più semplice scritta a caratteri grandi che potrà capire perfino lei). In questo suo peregrinare senza orientamento, nella sua lingua madre, l'estimator di Bacco chiedeva a tutti l'ubicazione della sua camera "ma chambre" appunto. Da "ma chambre" ad "a sciàmbere" il passo fonetico è breve e i piaggesi (abitanti di Rio Marina) presero ad usare questa espressione per significare l'andare in giro a bischero sciolto, fuori degli schemi, come fuori schema è spesso ciò che si scrive su questa rubrica. Speriamo di aver soddisfatto la nostra amica della Val Camonica, alla quale comunque ci duole comunicare che non possiamo accettarla nella spedizione a Montecristo nel ruolo che si propone. Eccheccazzo! visto che l'unica cosa che sappiamo fare decentemente è scrivere, a verbalizzare ci penseremo noi! Lei potrebbe unirsi alla spedizione motivando la sua presenza in maniera più scientifica, suggeriamo un tema di ricerca: "L'impatto del precipitato degli oli della brillantina del Ministro Frattini sulle praterie di Posidonia". Che dite sarebbe poco seria come ragione di visita? Vogliamo vedere cosa si inventeranno per giustificare i 100 permessi dati in precedenza, può essere che venga fuori pure di peggio.


Montecristo

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