Il 16 febbraio scorso il Protocollo di Kyoto è entrato finalmente in vigore. Legambiente come l’intero movimento ambientalista mondiale, ha festeggiato questa data come una propria vittoria, e come un passo decisivo verso quella "rivoluzione" nelle politiche energetiche, fondata sul miglioramento dell’efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, che sola può fermare i mutamenti climatici e sconfiggere anche i fenomeni più localizzati di inquinamento a cominciare dall’emergenza smog. L’Italia, che pure ha sostenuto dall’inizio il Protocollo di Kyoto e l’ha ratificato tra i primi, è però in gravissimo ritardo rispetto gli obiettivi che il trattato ci assegna: le nostre emissioni devono diminuire del 6,5% entro il 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990, fino ad oggi sono cresciute di oltre il 10%. Le ragioni di questa arretratezza sono evidenti: pochissimo è stato fatto per migliorare l’efficienza degli usi energetici – nei consumi domestici, nell’industria, nei trasporti – quasi nulla per incentivare le nuove fonti rinnovabili come l’eolico e il solare, che pure in molti Paesi europei sono in rapida crescita. Per Legambiente ad ogni livello – nazionale, regionale, locale - è un obiettivo prioritario invertire queste tendenze negative, battersi per politiche energetiche fortemente orientate a promuovere l’efficienza e il risparmio e a ridurre progressivamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili e in particolare dal petrolio e dal carbone. A questo scopo abbiamo lanciato la campagna "Cambio di clima", che si rivolge ai cittadini, alle imprese, agli amministratori locali per sensibilizzarli a scelte e a comportamenti energetici innovativi. Peraltro, è nostra convinzione che riformare radicalmente il nostro sistema energetico rendendolo più efficiente e meno dipendente dal petrolio, sia una prospettiva conveniente anche in termini squisitamente economici e corrisponda dunque anche all’interesse di accrescere la capacità competitiva dell’economia. Tra le energie pulite e rinnovabili, quella eolica è oggi una delle più promettenti e mature. Ancora più strategica potrà essere, in futuro, la diffusione del solare fotovoltaico, che resta per il momento frenata dal ritardo nell’implementazione di adeguati strumenti di agevolazione e incentivazione. Per tutto questo, Legambiente è impegnata perché in Italia il ricorso alla fonte eolica cresca rapidamente e significativamente. Attualmente nel nostro Paese la potenza eolica installata supera di poco i 1000 Megawatt, contro i 16000 della Germania, gli 8000 della Spagna, i 3000 della Danimarca. Tra le ragioni che hanno impedito finora un adeguato sviluppo del comparto eolico, o che quanto meno tra gli alibi che hanno facilitato l’azione di quanti contrastano la diffusione dell’eolico, vi è anche la frequente opposizione, variamente motivata, di gruppi e comitati locali alla realizzazione di nuovi impianti, che trova alimento in posizioni generali che presentano l’eolico come nemico dell’ambiente. Legambiente rifiuta radicalmente queste impostazioni. Come ogni infrastruttura, anche gli impianti eolici vanno ovviamente realizzati tenendo conto di quei valori paesaggistici che per Legambiente sono componente essenziale per un equilibrato sviluppo locale e che ci hanno spinto, in più di un’occasione, a giudicare inadeguati singoli progetti di impianti eolici. Ma i nostri circoli e gruppi locali non possono in alcun modo prestare il fianco a iniziative impostate, o quanto meno percepite, come contrarie all’eolico, perché questo danneggerebbe gravemente l’immagine e gli obiettivi dell’associazione. Per tutto questo, e per evitare che s’ingeneri nell’opinione pubblica un’inaccettabile confusione sull’atteggiamento di Legambiente riguardo all’eolico, il direttivo nazionale di Legambiente stabilisce che d’ora in avanti ogni eventuale iniziativa o presa di posizione di circoli locali contraria a un determinato impianto eolico per rilevanti impatti paesistici o comunque ambientali, andrà preventivamente concordata con il comitato regionale d’appartenenza e con la segreteria nazionale.