Un'area umida, una delle poche rimaste all'Elba, sito di interesse Regionale e in parte area Parco, ridotta ad una sorta di discarica a cielo aperto, è quanto denuncia riguardo a Mola di Porto azzurro la locale Sezione del WWF, che in proposito ha di recente presentato anche un esposto all'Autorità Giudiziaria. Già nel 3 dicembre 2002 - afferma la nota del WWF - avevamo interessato l'Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano e la Comunità Montana in merito alla conclusione di un cantiere temporaneo per posa di tubazioni stoccate all'interno dell'area; a tale richiesta non ha fatto seguito alcun riscontro formale da parte degli Enti interessati. Nel giugno 2003 poi era stata inviata alla Comunità Montana, in quanto Ente che aveva appaltato i lavori in atto sull'area e che quindi avrebbe potuto essere interessato ad una messa in pristino dei luoghi e ad una complessiva riqualificazione della zona, una proposta a suo tempo elaborata dallo stesso WWF. Nel 2004, vista la permanenza nell'area del cantiere per la posa di tubazioni (nonostante la cartellonistica sul posto indicasse che i lavori avrebbero dovuto esser conclusi da un anno), affermano al WWF, abbiamo nuovamente interessato il Parco Nazionale Arcipelago Toscano e la Comunità Montana perché, ai sensi del Dlgs 39/97 in tema di diritto all'informazione in materia ambientale, venissero chiariti i tempi di conclusione del cantiere, si provvedesse alla rimozione degli inerti presenti e venissero compiute verifiche sul fosso che si immette nella baia di Mola di fronte alla zona umida, in quanto interessato da un fenomeno di alterazione delle acque tali da far presumere un possibile inquinamento; a tale segnalazione, nessuno aveva risposto né la situazione nella zona era cambiata; il WWF torna allora alla carica a novembre 2004, ma nessuno degli Enti interpellati rispone. Ora - sottolinea l'Associazione del Panda - ci troviamo a constatare amaramente (e le foto ne sono eloquente testimonianza) che una vasta area tra la spiaggia e il fosso è ancora occupata da mezzi di cantiere in grave stato di abbandono e degrado, ci sono grossi contenitori - forse a suo tempo usati per la posa delle tubazioni a mare - in parte ammassati nella baia di fronte alla spiaggia con possibile pregiuduzio per la navigazione, inerti di varia natura con pezzi di plastica, contenitori e rifiuti di vario genere vicino alla battagia; il fossato presenta ancora un aspetto delle acque per colore ed odore tali da far presumere percolazione di liquami. Ci chiediamo a questo punto - dicono al WWF - se la preoccupante inerzia, più che il silenzio, degli Enti coinvolti non abbia determinato una situazione di danno ambientale e comunque se l'abbandono dei mezzi di cantiere e di altro materiale sulla spiaggia e nella baia antistante non possa essere un pericolo per la navigazione o per il transito delle persone, visto che la zona è solo in parte recintata. Per questo abbiamo ritenuto di dover segnalare il tutto all'Autorità Giudiziaria con la speranza che la zona umida di Mola possa essere presa presto riqualificata e protetta come merita.
mola
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