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Facciamo marcia indietro sul nuovo elettrodotto elbano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 02 marzo 2005

Il progetto elaborato dall’Enel e approvato da una recente conferenza dei servizi regionale sul megaelettrodotto che dovrebbe attraversare gran parte dell’isola d’Elba e dei territori inseriti nel perimetro del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, viola il protocollo d’intesa “L’ energia nei parchi” siglato a Roma il 27 febbraio 2001 che prevede lo sviluppo delle energie alternative e rinnovabili, il rispetto dell’ambiente e del paesaggio nelle aree protette. Tale documento porta la firma di Enel SpA, della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali, dell’associazione Legambiente, del Ministero dell’Ambiente, dell’ANCIM - Ass Naz.le Comuni Isole Minori, dell’ Uncem - Unione Naz Comunità Enti Montani –, e dell’UPI – Unione province Italiane. Nessuna istituzione pubblica e/o amministrazione locale ha utilizzato in tale occasione il protocollo sopraccitato o avanzato proposte alternative per sviluppare impianti meno impattanti. L’approvazione del progetto in conferenza dei servizi con il solo voto contrario del Comune di Portoferraio, è un atto affrettato che si pone in aperto contrasto con quanto previsto dal protocollo sottoscritto e che riduce al lumicino il ruolo dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ruolo che su tali questioni assume una rilevanza strategica oggettiva; tale Ente ha rinunciato a qualsiasi battaglia per la tutela del paesaggio elbano la cui fruizione turistica è fonte primaria di reddito per gli abitanti. L’approvazione del progetto del nuovo elettrodotto a 132mila volt avviene in un momento nel quale alcuni Comuni elbani hanno predisposto progetti di produzione di energia da fonti alternative e in cui la Regione, con il proprio piano energetico e attraverso il piano di indirizzo per le montagne toscane, dichiara in maniera decisa di voler realizzare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La scelta della Conferenza dei servizi regionale di dare il via all’ elettrodotto è in aperta contraddizione con le affermazioni di tutela del paesaggio previste dalle normative e dalle dichiarazioni delle pubbliche amministrazioni, soprattutto in una zona di grande valore paesaggistico qual’ è l’ Elba. Tale scelta contrasta con gli accordi nazionali, oltre a violare precise raccomandazioni europee sulla necessità di coinvolgere le popolazioni locali nei processi decisionali di opere di questo tipo. Le popolazioni locali non sono state coinvolte nel processo decisionale come previsto dalle normative europee, in base a quanto previsto dalla Convenzione sull'accesso alle informazioni, sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali e sull'accesso alla giustizia in materia ambientale (Århus, in Danimarca, 1998 - Nazioni Unite, ratificata dall’Italia con la Legge 16 marzo 2001, n. 108 e le Direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE9). Gli strumenti normativi per la tutela del paesaggio non sono stati utilizzati in fase di redazione progettuale, in base a quanto previsto dal decreto legislativo recante il “codice dei beni culturali e del paesaggio”, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137. Vi chiediamo perciò · di sospendere la scelta di procedere alla costruzione dell’ elettrodotto, i cui tralicci di oltre 45 metri di altezza, nelle zone boscate, possono tra l’ altro diventare un serio ostacolo al volo notturno dei mezzi antincendio in caso di necessità. · di valutare la fattibilità di un progetto di produzione locale di energia sfruttando le risorse primarie dell’ Elba (le biomasse, il solare e l’ eolico) e di valorizzare il risparmio attraverso interventi sugli edifici vecchi e nuovi. Siamo convinti vi siano le condizioni per scelte alternative al nuovo elettrodotto, in grado di garantire le necessità energetiche dell’ isola, di valorizzarne la vocazione turistico-ambientale e di contribuire al rispetto ed al miglioramento del protocollo di Kyoto.


traliccio elettrodotto linea elettrica

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