I grappoli maturi erano veramente una provocazione: accostammo l'auto al ciglio della strada e dopo esserci guardati intorno saltammo sul muretto a secco e rapidamente ghermimmo 5 o 6 grappoli dei più belli ,che un po' cascarono un po giunsero tra le mani aperte del complice, il nostro amico che stava sotto e che come noi era emozionato per il crimine che stava compiendo. Fu allora che sentimmo quella voce che ci fece gelare (nonostante la calura agostana della valle di Patresi) il sangue. "Che li ferajesi ereno tonti si sapeva .. ma che venissero a ruba' nel suo!" Alzammo gli occhi e vedemmo un nostro cugino, Domenico detto il Tòpo, che si stava sbellicando dalle risa, seminascosto dalle pampane (pampini per gli italiani) quattro o cinque viti oltre. Scoprimmo così che quella vigna dalla quale stavammo "rubando" uva era proprietà degli eredi di un signore di cui eravamo nipoti tanto noi quanto il nostro sghignazzante congiunto. In pratica avevamo rubato quello che ci apparteneva anche in termini di legge. Continuando con l'elenco delle nostre malefatte troviamo solo qualche pinzillacchera, una interruzione di pubblica manifestazione (contestazione Premio Letterario per la chiusura della Cementeria), un incidente stradale, uno schiamazzo notturno (insieme a Sauro Giusti, noto gaudente) qualche multa per divieto di sosta ... finish ... il nostro ossario da armadio fa proprio pena. Comunque lo buttiamo lì in modo che chi vuole può farci pure una campagna denigratoria, magari pompandola un po': "Ha rubato perfino al sangue del suo sangue, è un sovversivo che ha sempre destabilizzato, un pirata della strada, ubriacone e forse drogato". No cari lettori non abbiamo (ancora) perso il cervello: mettiamo semplicemente la poppa al vento, visto che in questo paese è così frequente essere assolti e perfino beatificati (prima dei processi) quando non è che ci si sia comportati proprio da vergini dai candidi manti, quando è più che probabile che si sia rubata l'uva, ed è altrettanto facile essere additati al pubblico disprezzo quando si è fatto solo e soltanto il proprio dovere di cittadini e giornalisti, prendendo atto e raccontando quello che accadeva senza fare sconti a nessuno, ma proprio a nessuno. Sapete cari lettori cosa ci ha chiesto l'altro giorno una signora (veramente una brava persona) che chiedeva per fortuna supporto alla sua incredulità? Ci ha chiesto: "Ma è vero che tutte le registrazioni che hanno fatto in comune erano truccate?" "Sì - le abbiamo risposto - e è anche vero che Cristo è morto dal sonno". La risata della signora ci ha tirato su di morale, ci ha detto che questo posto non è (ancora) Scampia.
grappolo uva nebbiolo