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"Affari e Politica" - "Abusi Eccellenti" siamo alla richieste dei rinvii a giudizio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 febbraio 2005

Per un singolare caso nel giro di due giorni martedì 8 e mercoledì 9 febbraio arriveranno allo stesso (decisivo) passaggio procedurale due indagini di "Elbopoli" come qualche collega, forse in maniera un po' tranchant, definì il complesso dei "casi" elbani che portarono tra il 2003 ed il 2004 l'Elba all'attenzione dell'informazione nazionale. Martedì 8 si discuterà a Livorno davanti al G.U.P. la richiesta di rinvio a giudizio dei 9 indagati per "Affari e Politica" le vicende in cui si videro coinvolti amministratori, tecnici e imprenditori portoferraiesi, il giorno successivo a Genova andranno in aula gli "Abusi Eccellenti" di Cavo e Procchio e che avranno anche un'appendice Toscana con il Ministro Matteoli a cui viene fatto carico di una inopportuna "soffiata" telefonica all'indagato Prefetto Gallitto. Da aggiungere che pochi giorni dopo davanti al G.U.P. giungerà un altro personaggio, uno dei principali attori delle indagini di quelle stagioni: il Capitano dei Carabinieri Salvatore Distefano (nelle vesti però di indagato, per l'accusa di aver ceduto hashish ad una confidente). La comunità elbana è chiamata a dare una prova di maturità e di civismo, innanzitutto partendo da un assunto: la Giustizia in uno stato democratico è la Giustizia, davanti ad essa ci si pone con rispetto (ci verrebbe da scrivere con sacralità) qualsiasi sia il suo procedere, qualsiasi siano le sue conclusioni. Di fronte alla Giustizia non ci si può porre come partigiani o supporter, il tifo per questo o per quello è consentito farlo negli stadi ma non nelle aule giudiziarie o intorno ad esse, e le sentenze di assoluzione o condanna le emana solo chi ha il diritto-dovere di farlo. A NESSUNO è consentito, in un paese democratico, di mettere in discussione questi principi, non può farlo un giornalista scrivendo, non può permetterselo un religioso, al riparo della tonaca, predicando, non può farlo un politico comunicando. La comunità elbana nella sua interezza deve essere pronta a trarre una lezione positiva da qualsiasi tipo di esito avranno i passaggi giudiziari in essere e quelli successivi. Gli isolani dovranno rallegrarsi (tutti) se i concittadini coinvolti risulteranno (già in queste fasi o dopo) giudicati estranei a violazioni della legge, e nel caso contrario, quando e se venissero acclarate responsabilità, accettandolo ed impegnandosi collettivamente a costruire un'Elba più improntata al rispetto delle leggi. Non ci sono altre maniere per essere cittadini "per bene" e chi, in questi tempi, batte altre strade, celebra processi in bottega o a cena, condanna o assolve in vaniloqui informativi ad un microfono, dal barbiere o al bar, perde un'ottima occasione per tacersi.


pennisis distefano

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