Nei giorni scorsi ho saputo che ieri sera, a Piombino, ci sarebbe stata una tavola rotonda sulla "PACE senza se e senza ma", con la partecipazione di Rosi Bindi e Fabio Mussi. Così mi sono deciso a prendere il traghetto per il piacere di assistere ad un bel dibattito oltre-canale. E lo è stato. Vari interventi non banali e non scontati di rappresentanti locali (Aprile, Croce del Sud, Social Forum di Piombino, Movimento Studentesco, A.R.C.I.) hanno preceduto gli ospiti. Cito per tutti Franco Repeti, in rappresentanza della associazione "Croce del Sud" che gestisce una "Bottega del Mondo", aderente al circuito del Commercio Equo e Solidale: "... no alla guerra senza se e senza ma, alla guerra preventiva si risponde con la pace preventiva, al terrorismo non si risponde con un terrore più grande. L'Afghanistan ha dimostrato che con la guerra non si sconfigge il terrorismo. E' solo una menzogna cercare di far passare il concetto che la Pace si possa conquistare con la guerra...". C'è una grande attenzione per l'intervento di Rosy Bindi, e lei non delude: "... siamo consapevoli che se l'ONU avalla l'intervento in Iraq, per l'Ulivo sono prevedibili difficoltà e imbarazzo. Ma la mia preoccupazione non è per le divisioni dell'Ulivo. La mia preoccupazione è direttamente collegata alla natura di quella eventuale autorizzazione. La guerra preventiva non è prevista dalla Carta dell'ONU, e il mio NO sarebbe ancora più convinto, perché sarebbe una pericolosissima strada di non ritorno. Per la prima volta, dopo cinquant'anni, ci troviamo di fronte ad una crisi internazionale così grave, anche più grave della crisi cubana ai tempi di Kennedy. Abbiamo fatto tanti errori, ma ora, o si cambia strada, o sarà veramente un grosso problema. Quando è crollato il muro di Berlino siamo stati tutti convinti che eravamo dalla parte giusta e che le cose sarebbero andate a posto da sole. Ma la precedente "divisione del mondo" di prima ne camuffava una ben più grave: una minoranza che usa la gran parte delle risorse del mondo. Su questa divisione se ne sono via via aggiunte ed aggravate altre (religiose, culturali, etc), e l' 11 settembre è stato come "presentare il conto". Se oggi scoppia questa guerra, se ne preannuncia una lunga serie (vedi Corea), ma soprattutto si sancisce il fatto che i paesi ricchi non hanno nessuna intenzione di cambiare strada. Stiamo giocando con il destino del mondo. Nella volontà che si esprime con le bandiere della Pace c'è un contenuto politico straordinario, ci sono le prospettive per la politica di domani. E dobbiamo assolutamente capirlo, pur coi tempi lunghi delle circostanze. Ma è una bugia dire che la politica che finisce con il fare la guerra è la vera politica e che quella di pace è un'altra cosa... ". Fabio Mussi, piombinese, gioca in casa, e con toni solo un poco più scontati afferma "... è ridicolo dire che chi è contro la guerra è massimalista e chi è per la guerra è realista. O che chi vuole la pace è un utopista e che la pretesa di risolvere i problemi con la guerra ha fondamenti realistici. La situazione in cui ci troviamo oggi è il successo più grosso che hanno avuto i terroristi, Bin Laden non avrebbe immaginato di ottenere un successo di queste dimensioni. Sempre più si assiste ad un tragico slittamento verso lo scontro di civiltà. Ma democrazia e libertà non si portano in giro con i missili e le bombe..." Unanime per tutti l'invito a partecipare alla manifestazione a Roma, ad esporre la bandiera della pace, a riflettere che la pace passa per la soluzione delle ingiustizie del mondo e non è solo l'assenza di guerra.
Rosy Bindi