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Briano: ripensare l'urbanistica

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 05 febbraio 2005

Ho partecipato in questa settimana a Firenze, promosse dall’assessore Riccardo Conti, a due giorni dedicati all’urbanistica toscana durante i quali, oltre che di leggi e di criteri di edificazione, si è parlato anche e soprattutto di storia del territorio e di filosofia di sviluppo economico e sociale della nostra regione. I relatori erano personalità di comprovata esperienza e di sicura e riconosciuta competenza tanto che gli amministratori, i tecnici, e anche gli studenti delle varie università toscane, hanno riempito la sala delle riunioni molto al di sopra della regolare sua capacità. Risorse, patrimonio, statuto del territorio, invarianti strutturali, strategie di sviluppo, Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, politiche di settore, modernità e tradizione, responsabilità, sussidiarietà, autonomia e coesione, programmazione istituzionale concertata e governo del territorio sono tra le parole chiave che hanno permeato la discussione e hanno evidenziato quanto la proposta toscana sia distante dalla concezione della legge in presentazione alla Camera dall’attuale governo. Si è fatto il punto sui dieci anni di operatività della Legge Regionale 5/95 e si è presentata la L.R.1/05, non tanto nei suoi articoli e nei suoi commi, che integrano adeguano e superano la precedente, quanto nelle sue intenzioni di governance cooperativa e di condivisione, a tutti i livelli, dello spazio regionale in modo che il valore territoriale possa trasformarsi in valore economico e in benessere pubblico. E’ una sfida che coinvolge anche l’Arcipelago, l’Elba. Qualcuno da altre parti vuole fare azioni eccezionali per unire Scilla e Cariddi, noi dobbiamo solo imparare ad ascoltare e dialogare, a mettere insieme regole con azioni, a coordinare e integrare le nostre ricchezze con quelle degli altri e, nella nostra zona omogenea, rimettere a valore il nostro incommensurabile patrimonio. E’ una sfida culturale economica e sociale: occorre attrezzarsi, fisicamente e mentalmente, nei nostri luoghi di cultura, nei sistemi produttivi, nelle nostre istituzioni. Questi incontri con le “fabbriche del pensiero” credo ci possano aiutare tanto.


portoferraio antenne fortezze panorama

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