Ci sono delle cose di cui uno, anche a sforzarsi non riesce a comprendere perchè debbano esistere come le zanzare, la Lega Nord e il mal di denti. Facciamo questa riflessione che non sarà neppure molto originale, ma è il massimo che può passare il convento l'ora è tarda, il rincoglionimento da antidolorifici notevole, il mal di denti robusto. Ed ecco ci torna a mente che un antico maestro di questo mestiere una volta ci disse ".. un bravo giornalista, se occorre, deve sapere scrivere una cosa spiritosa anche se ha il mal di denti. Ed in effetti alcuni aspetti comici il mal di denti ce li ha, a partire dall'aspetto che si assume per tenere la ganascia dolente al caldo. La sciarpa si può tenerla in due modi o come un bavaglio (ma poi si respira molto male e l'aria che esce dalle narici può appannare gli occhiali), o tipo velo islamico (ma poi è meglio evitare di andare in bagno, si potrebbe, passando davanti allo specchio, trasalire domandandosi chi ha fatto entrare in casa la befana barbuta). L'ideale sarebbe forse calzare un passamontagna che tiene caldo tutto la faccia lasciando scoperti gli opportuni orifizi. Ma anche qui occorre poi prepararsi a rispnondere alla vicina che viene a chiedere uno spicchio d'aglio che non si sta compiendo riti sessuali sadomaso, ne ci si sta allenando in casa a compiere una rapina. Anche perchè confessare nel condominio che si ha il mal di denti si corrono tutti i possibili rischi, a partire dal vedersi recapitare un pasticcone senza foglietto delle istruzioni (sul quale, per quanto sapete, potrebbe esserci scritto pure che il farmaco in questione è rimedio sovrano contro la diarrea equina), ancora peggio può capitarvi con i famosi "sciacqui": può accadere di essere invitati a fare gargarismi con composti orrendi frutto della creatività popolare come uno che realmente ci consigliarono in altra occasione "Acqua di malva, che sfiamma e cognac che addormenta" No meglio di no, meglio essere usi a soffrire tacendo, meglio ingannare la notte bianca leggendo un libro o, se ne disponete, scrivendo cazzate su un giornale.