Torna indietro

A Sciambere di Giovanni Bazzurro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 28 gennaio 2005

Parlavamo l'altro giorno di Cornacchione il comico che interpreta ilò personaggio dello sfegatato supporter berlusconiano. Bene per quante assurdità dica Cormacchione il suo (falso) mentore lo supera e non si è smentito nel giorno della memoria, riproponendo il parallelismo comunismo = nazismo. Ci vuole poco a dimostrare che è una puttanata non occorre andare sulla luna. Ad esempio chi firma questo giornale si è sempre dichiarato comunista (che non vuol dire né filosovitico, né filocinese, né altro). La gente continua a leggere questo giornale (e cresce pure) la destra continua (giustamente) ad usarlo come strumento di comunicazione, la domanda è: sarebbe stato lo stesso se chi firma questo giornale si fosse dichiarato (agendo e scrivendo di conseguenza) nazista? Non sarebbe stato lo stesso, neanche un po' ... ma perchè? Perchè ha ragione Massimo Cacciari quando dice che nella storia ci sono stati "mille comunismi" e un solo nazismo. Il comunismo era praticato nelle comunità protocristiane molti secoli prima che venisse codificato da Marx e, pure dopo la codifica, ha trovato diversissimi modi di essere pensato e vissuto. Ora, uno non può pretendere che il Berluska, con quella cultura da settimana enigmistica che si ritrova, abbia letto Rosa Luxembourg, ma qualcuno di quelli che ha intorno lo dovrebbe avvertire che si può essere comunisti senza inneggiare a Stalin o a Pol Pot mentre NON si può essere nazisti senza inneggiare ad Hitler, senza essere razzisti, senza riaffermare la giustezza dell'olocausto. E questa è la parte più razionale e più quieta di un ragionamento che ci pare difficilmente contestabile. Ma ce n'è pure un'altra parte di ragionamento, più di pancia, anche se ugualmente incontestabile: l'esistenza di Giovanni Bazzurro, che il Berluska non sa chi sia, come quasi tutti i nostri lettori. Giovanni Bazzurro, ora portoferraiese e pensionato, era genovese e comunista quando salì sui monti con altri giovani, per passarci due inverni con un mitra a tracolla, per riscattare l'onore dell'Italia, per costruire la democrazia, per difendere gli ebrei, per combattere i nazisti, rischiando la vita ogni giorno. Ed ebbe la fortuna Giovanni Bazzurro di essere tra quelli che costrinsero alla resa i nazisti, altri ragazzi come lui, comunisti come lui persero la vita in Italia, in Francia, nei Lager, sotto il piombo dei plotoni di esecuzione dei nazisti e dei fascisti. Morirono, soffrirono in tantissimi e posato il mitra ripresero o iniziarono ad essere operai, professionisti, commercianti gente comune (comune e comunista hanno la stessa radice), e continuarono a costruirla, la democrazia di cui gode anche questo inverecondo boccalone, anche dopo, i comunisti. Ripensando a Giovanni Bazzurro, alla sua mite cortesia, alla sua educazione ed al suo coraggio, subito dopo aver sentito un conato di statista mettere sullo stesso piano nazisti e comunisti, e proprio in un giorno sacro in cui si ricordavano le vittime del Nazi-Fascismo, ci ha provocato un senso di profonda rabbia. Non si fanno giochi di bussolotti con la storia. Ci è tornato alla mente qualche datatissimo verso di Bertold Brecht (tedesco, comunista, pacifista e perseguitato dai nazisti) che citiamo a memoria per la seconda volta nello stesso giornale; parlando del comunismo, come lo vedeva lui, scriveva: I sudici lo chiamano sudicio/ gli idioti lo chiamano idiota/ è contro il sudiciume e l'idiozia..