Negli ultimi giorni ci stanno giungendo numerose segnalazioni di spari e di presenza di cacciatori e cani da caccia nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e non sembra trattarsi solo degli usuali sconfinamenti di partecipanti alle battute di caccia al cinghiale. Cacciatori vengono avvistati in diverse località interdette alla caccia, le ultime segnalazioni giunte a LEGAMBIENTE sono quelle relative ad attività venatorie nella zona delle Mura, nel Comune di Campo nell’Elba e nel cuore del Parco Nazionale, e sul crinale della Ripa a Marciana Marina da dove facilmente i probabili bracconieri si inoltrano nel territorio vietato alla caccia. Questo tipo di frequentazioni riguarderebbe soprattutto attività venatorie abusive alla lepre e all’avifauna, utilizzando anche cani da caccia che comunque, e in violazione della legge, sono un consueto incontro di molti escursionisti che frequentano l’Area Protetta. Inoltre, vengono segnalati alle Associazioni Ambientaliste - e alle GAV che ci risulta abbiano raccolto e assistito molti animali colpiti dal piombo dei bracconieri - numerosi ferimenti di avifauna protetta, a quanto pare sono presi particolarmente di mira i rapaci diurni (falchi, poiane, ecc.) e notturni (Barbagianni e civette), e qui non si può più parlare nemmeno di bracconaggio ma di un vero e proprio spregio criminale che colpisce questi magnifici animali sia fuori che dentro il Parco. Ma anche il mare non sta meglio: pescatori e cittadini ci riferiscono di una notevole attività di (vitatissima) pesca notturna subacquea, anche con l’utilizzo di autorespiratori. Le zone che sembrano più frequentate da questi bracconieri notturni sembrano essere la costa tra Marciana Marina e Sant’Andrea, Pomonte ma anche la zona di Tutela Biologica delle Ghiaie – Scoglietto – Capo Bianco a Portoferraio ed è probabile che non siano del tutto finite le scorribande di bracconieri che partono dalle coste occidentali e meridionali dell’Elba verso il mare protetto di Pianosa. Dopo che nel 2004 le Forze dell’Ordine avevano beccato alcuni bracconieri intenti al loro sporco lavoro i saccheggiatori del Mare sembravano più cauti, ma ora il fenomeno sembra in ripresa e purtroppo si avvale della complicità di esercenti e semplici cittadini che acquistano il pescato illegale, soprattutto grandi pesci ipnotizzati dalla luce delle torce subacquee o magari rubati direttamente dalle reti dei pescatori professionisti, ma anche le ormai rare cernie che sono una delle attrattive turistiche più allettanti per il turismo dei Centri di Imersione. Un’attività tre volte criminale perché danneggia i pescatori onesti, alimenta un’economia in nero ed illegale e distrugge la nostra ricchezza ambientale, tanto che stiamo verificando le voci insistenti di vendita sottobanco in qualche ristorante di pesce fresco con evidenti fori di arpioni e di molluschi di cui è proibita la raccolta e la commercializzazione, come i Datteri di Mare. Per questo LEGAMBIENTE invita tutti a segnalare immediatamente al Corpo Forestale dello Stato, alla Capitaneria di Porto e alla Guardia di Finanza i casi di bracconaggio a terra e a mare e di violazione delle leggi che salvaguardano la fauna terrestre e marina.
Le Mura piccola capanne